BAMBINI CHE MORDONO: COSA FARE E PERCHE’ SUCCEDE

Scritto da Mamme e papà il .

Bambini che mordono: come comportarci e come considerare i morsi dei nostri bambini. Chiara ci racconta la sua esperienza di mamma chiedendo supporto all’educatrice familiare Valentina Di Bella.

Beh, a meno che non si sia un caso eccezionale, credo che tutti i genitori si siano ritrovati ad affrontare il “problema”, sentendosi dire più di una volta: “mordere è un’attività fisiologica del bambino”. Certo! Ma se succede dopo i 2 anni bisogna allarmarsi?

Bambini che mordono: l’esperienza di Chiara

Questo da madre di due gemellini che si scambiano continuamente i ruoli – da lupetti affamati a vittime, nel giro di nano secondi -, me lo sono chiesta più e più volte.
E finché si mordono tra di loro cerco di limitare la mia reazione allarmata, provando a dialogare, a trovare la causa scatenante, e, facendo leva sulle lacrime del gemello-vittima, provo ad andare in profondità nelle loro emozioni (soprattutto quelle legate alla rabbia). Cerco di instaurare una reazione empatica con entrambi (non sgrido/consolo) e li faccio ragionare sull’atto appena compiuto. L’ho sempre fatto prima che il loro parlare mi venisse in aiuto. Lo faccio moltissimo soprattutto adesso, dove li stimolo al confronto e a spiegarsi o a chiedersi reciprocamente scusa.

Aggressività come prodotto di immaturità?

Perché l’aggressività di Riccardo e Rebecca – in questa fase della loro vita (29 mesi) – è per lo più il prodotto della loro immaturità.  In primis del loro cervello e del sistema nervoso. Infatti, il cervello dei bambini così piccoli non è ancora sviluppato come quello degli adulti. Per usare un’immagine – che mi piace moltissimo, perché immediata -, possiamo ricorrere a quella del computer. L’hardware è ovviamente presente, ma i software non sono tutti caricati. Alcuni software sono già operativi, altri invece devono caricarsi nel corso dello sviluppo. A causa di ciò, i gemellini (e i loro coetanei / bambini piccoli), però, faticano a regolare le loro emozioni intense in modo autonomo ed efficace. Ritrovandosi ad essere totalmente “accecati dalla rabbia” e portati a scaricare l’emozione attraverso dei morsi dolorosissimi.  Non riescono a contenere la tempesta che si scatena dentro di loro.

bambino che morde

Bambini che mordono: quali sono i motivi scatenanti?

Ma quindi quali sono i motivi per cui un bambino morde e come bisogna comportarsi? Proviamo ad indagare il tutto con l‘educatrice familiare Valentina Di Bella facendole delle semplici domande:

Valentina, perché un bambino morde?

Pur affermando che non esiste un motivo unico, valido per tutti, certamente un elemento utile a capire perché il bimbo morde, è dato dalla sua età. Poco prima dell’anno, infatti, i piccoli tendono a portare tutto alla bocca. Si tratta di un vero e proprio modo attraverso cui il bambino, data la sensibilità della mucosa orale, riesce a scoprire e conoscere il mondo. Man mano che il bimbo cresce si fa strada un’altra valenza del morso, quella comunicativa. Mediante questo gesto, usato soprattutto prima dello sviluppo linguistico, il piccolo ci parla delle sue emozioni. Attenzione, parliamo di “emozioni” al plurale, in quanto non necessariamente il morso nasconde rabbia. A volte il vero significato è un eccesso di entusiasmo, di energia, che non trova espressione attraverso le parole, ma mediante l’immediatezza di un’azione.

Bambini che mordono: come li gestiamo?

Come si gestisce un bambino che morde?

Come in altre situazioni di difficile gestione educativa, il mio primo suggerimento è quello di porre l’attenzione sul contesto, osservandone le caratteristiche. Messi in disparte il nostro giudizio e la preoccupazione, offriamo a noi stessi l’opportunità di porci delle domande utili: quando si scatena questo comportamento? Dopo una lunga giornata fuori, in cui il piccolo è stanco? Ogni volta che un bambino gli sottrae il gioco? Vostro figlio morde solo gli adulti? Queste e altre simili domande sono utili a circoscrivere la manifestazione del morso e valutare quando sia possibile prevenirla, ad esempio. Anticipare le reazioni dei più piccoli non è sempre fattibile, ma resta un ottimo modo per guidare in modo più dolce e meno diretto i bambini.

Come comportarci

Cosa bisogna fare di fronte a un bambino che morde? Cosa non bisogna fare?

Nel caso in cui il morso sia la reazione alla frustrazione o alla rabbia, suggerisco di assumere un atteggiamento che in modo neutrale, ma fermo, proponga al bimbo delle alternative per esprimersi. Se si tratta di bambini di 2 o 3 anni, che stanno sviluppando la loro socializzazione con i coetanei, un’ottima strategia è quella di suggerire al bimbo le parole da dire. Potrebbe esser qualcosa come: “Sei arrabbiato perché ti ha preso la macchinina, amore? Allora digli” ora gioco io, dopo ci giochi tu!”. I primi tentativi di imitazione delle parole adulte saranno incompleti e goffi, ma non importa. Nella prima infanzia, infatti, in cui l’azione precede il pensiero, é necessario costruire le reti neurali che consentono al bimbo di selezionare i comportamenti più adeguati.

Insegnare alternative per esprimere la propria gioia

Nel caso in cui il morso emerga per eccessivo entusiasmo, invece, si può dare delle alternative al bimbo per esprimere la sua gioia. Spesso succede che il primogenito di 2 o 3 anni abbia queste manifestazioni per il fratellino minore, ad esempio. In questo caso, é utile intervenire mostrando al bambino i gesti di cura, affetto, che dicono all’altro quanto bene prova. Mostriamo come si fa una carezza, come si da’ una coccola o un bacino, sforzandoci di contenere le naturali reazioni istintive, che tradirebbero tutta la nostra preoccupazione. In fine, laddove il morso sia per l’adulto, consiglio di dire in modo chiaro quale sia il dolore che proviamo. Un sincero “ahia, mi hai fatto male!” può stupire il cucciolo e favorire la sua maggiore consapevolezza.
Tra le strategie diffuse, ma che sconsiglio, vi è quella di imitare il gesto, mordendo a nostra volta (anche solo per gioco!). L’imitazione, infatti, resta uno dei più potenti strumenti di apprendimento, che pertanto ci allontanerebbe dal nostro obiettivo educativo.

Quando c’è da preoccuparsi?

Come detto, il morso rappresenta un atto fisiologico, entro la fase in cui il bimbo non si è appropriato di strumenti più evoluti per conoscere il mondo e per esprimersi. Superati i tre anni è possibile rivolgersi a uno specialista, al fine di approfondire cause e modalità d’intervento, che sostengano il bimbo.

Non esistono colpe se i bambini mordono

Se un bambino morde è colpa del genitore? L’adulto sta sbagliando o ha sbagliato qualcosa?

Nella mia esperienza, ho imparato che i genitori non sbagliano mai, se scivolano lo fanno per eccesso di amore! Esistono azioni e accorgimenti che favoriscono la crescita armoniosa dei più piccoli, ma spesso i genitori, così emotivamente coinvolti, sono messi sotto scacco. Queste sono le circostanze in cui un aiuto esterno può dare una svolta positiva e riposizionare mamma e papà sul loro ruolo di guida educativa.

Gestire il morso sempre con coerenza

Per evitare di scoraggiarsi o perdere fiducia, è importante ricordare che qualsiasi sia il contesto del morso in cui agisce il bimbo, difficilmente sarà sufficiente un unico intervento educativo. I bambini, infatti, imparano attraverso la ripetizione di schemi di comportamento e abitudini. Gestire in modo intenzionale “l’evento morso”, secondo una certa coerenza che si ripete sempre, favorirà l’interiorizzazione da parte del piccolo e la trasmissione dell’insegnamento che vogliamo offrire!

 

In questi mesi, quello che ho capito sulla “mia pelle”, è che sono stata condizionata dal pianto del gemello vittima, incapace di considerare il morso una delle tante manifestazioni fisiche del rapporto tra pari. Ho trovato quasi impossibile trattare il tutto come «una cosa da fratelli gemelli, che se la vedano tra loro». E quindi ho capito che Il significato che tendevo dare a un morso era spesso collegato alla mia esperienza da adulta: una persona “normale” non si sognerebbe mai di mordere un suo simile, perché sarebbe come ammettere una sorta di aggressione cannibale e sono stati tutti questi pensieri che non mi hanno fatto collocare il morso dei miei bambini dentro la cornice giusta finché non ne ho parlato con l’ educatrice Valentina Di Bella.

Grazie di cuore Valentina. E voi genitori, che esperienza avete avuto?

 

 

Articolo a cura di Chiara Tranquillino con il contributo dell’educatrice Valentina Di Bella

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