Coronavirus: la quarantena raccontata da Mammawellness a Brescia, una delle città più colpite da questa interminabile pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero.
Le scuole sono chiuse a Brescia da fine Febbraio, ma ho preso coscienza solo agli inizi di marzo di quanto la situazione fosse grave, quando ho deciso di annullare la mia festa di compleanno. Niente festa per me quest’anno. Il coro di “tanti auguri a te” è stato intonato solo da mio figlio e pochi parenti, settimane di preparazione nel dettaglio di una festa che ho deciso di annullare, a causa della situazione Coronavirus che coinvolge da vicino la mia città (Brescia) ed il mio paese (Italia).
Limitare i contatti sociali era uno dei primi consigli (divenuto poi decreto) dei responsabili governativi e quindi degli esperti epidemiologi. Sta a tutti noi e alla nostra ottemperanza responsabile limitare e soprattutto rallentare il contagio. Se ci riusciremo, ognuno nel suo piccolo e se spargeremo consapevolezza sulle misure preventive e cultura civica, salveremo molte vite, la nostra in primis.
Si pensa sempre succeda agli altri, invece spesso succede anche a noi. A dicembre ho perso l’udito da un orecchio. Chi delle lettrici di questo magazine mi segue anche su Instagram ha già ricevuto questa notizia da me. Mai avrei immaginato un problema di salute simile potesse coinvolgermi in prima persona, quindi quest’anno sono più sensibile al tema “salute e prevenzione”. Così ho annullato la festa senza pensarci due volte.
Nelle settimane successive mi sono dedicata alle pulizie domestiche (sono una persona pulita ma disordinata), al riordino di tutti i cassetti, il lavaggio di ogni capo o lenzuolo presente in casa, all’igienizzazione delle tende, piumini e tappeti…mi ha preso la mano al punto di trovarlo perfino divertente! Il tutto con due figli in casa con età e quindi esigenze molto diverse: Christian 4 anni, Azzurra 7 mesi!
In queste settimane di quarantena abbiamo impostato una nuova routine, reintrodotto il pisolino pomeridiano, bagnetti lunghi, giochi, cartoni, faccende domestiche, cucinare, diritto alla noia.
Su Instagram ho visto tantissime mamme far lavoretti strepitosi con i loro figli. Le prime 2/3 settimane ho provato a convincere Christian a farne qualcuno, ma proprio non ne voleva sapere! Con mio dispiacere le sue attività durano pochissimo (5 minuti colora, 5 minuti costruzioni ecc…). È sempre stato un bambino molto vivace e “fisico”. In primavera passa interi pomeriggi al parco e l’estate immerso in piscina per ore. Ma in casa è più complicato trovare la stessa soddisfazione che lo caratterizza altrove, quando è in mezzo ai suoi amici e compagni.
Giunti alla 4 settimana ho steso una lista di cose da fare (oltre a tanto relax) ma abbiamo deciso di rinunciare a lavoretti e simili. Non voglio forzarlo, vorrei assecondare i suoi ritmi e le sue inclinazioni. Vorrei porre regole e limiti ma senza spingerlo verso attività per le quali ancora non si sente pronto o forse non è portato. Non posso pretendere da un bimbo che non riesce nemmeno a star seduto a guardare un cartone animato, di terminare una statuina con pasta di sale. Io trovo queste attività costruttive, lui noiose. Non sono la mamma perfetta e non ho figli perfetti. Per questo ho deciso di raccontare sempre la verità e per questo motivo, nelle mie stories (e post) di questi giorni nessun lavoretto!
Dal punto di vista social questa quarantena mi è servita a ritrovare le mie “origini”. Appena aperta la pagina ho pubblicato fotografie della mia quotidianità della mia famiglia per due o tre mesi. Le immagini erano spontanee, pubblicate poco dopo lo scatto, senza modifiche, con testi brevi quindi senza editing o programmazione, termini che ho imparato solo dopo su Instagram . Ricordo che durante la vacanza estiva con la mia famiglia ho pubblicato ogni giorno una fotografia emblematica di quella giornata e oggi posso riguardare quelle fotografie come un diario online.
Dopo qualche mese le aziende hanno iniziato a contattarmi per collaborare con loro, ovvero mi inviavano dei prodotti gratuitamente ed io altrettanto gratuitamente mi scattavo una fotografia con il prodotto, esprimevo il mio parere sull’oggetto e taggavo l’azienda in post e/o stories a seconda degli accordi. Un hobby divertente per una persona eclettica come me che ama provare un sacco di prodotti diversi, cosmetici differenti, cibi sempre vari , un’attività gratificante perché le aziende sceglievano proprio me. Un passatempo inaspettato che fino a poco prima mi era del tutto sconosciuto mentre altre su Instagram conoscevano alla perfezione.
Più collaborazioni facevo più venivo contattata, il profilo ha iniziato così ad esser tappezzato di nomi di aziende e sempre meno spontaneo perché le fotografie dovevano esser approvate, i testi pure… in quarantena ogni collaborazione è stata sospesa, molte aziende sono chiuse e non è il momento adatto per pensare a pubblicizzare prodotti e servizi non fruibili in quell’esatto momento.
Questo mi ha fatto ripensare a quanto sia importante essere onesti, trasparenti e sinceri sui social. Inevitabilmente nei post o nelle stories di questo periodo si vedono comunque prodotti offerti da aziende prima del coronavirus. Questo perché se mi son trovata bene con un prodotto, lo stesso entra a far parte della mia quotidianità. Lo utilizzo realmente nelle mie giornate e viene coinvolto sinceramente nella mia routine.
Ma sono tornata a trasmettere contenuti meno studiati e più immediati. Un esempio ne è il post su mia mamma pubblicato il giorno 21 marzo dopo una video chiamata con lei. Nel post ho condiviso una fotografia scattata 4 anni prima. La qualità sarà sicuramente inferiore alle altre sulla mia pagina (4 anni fa non avevo Instagram e l’unico amante della tecnologia in casa mia era mio marito), ma vero e triste,. Proprio com’ era la mia mamma quel giorno e com’è il periodaccio che stiamo vivendo.
Le mie follower abitano in tutta Italia, non solo a Brescia dove risiedo io, ma in questo momento tutta l’Italia è unita ed affronta lo stesso dilemma, ogni città a modo suo, ogni animo in maniera diversa, ogni mamma cercando di alleggerire i propri figli da preoccupazioni ed ansie tenendoli occupati in attività diverse. Su Instagram le mamme si sono unite ancora di più, per sentirsi meno sole, per ispirarsi alle altre, per combattere un nemico comune divulgando informazioni importanti e stati d’animo autentici. Come vi ripeto sempre, condividere ci aiuta a capire che molte persone si sentono come noi, dobbiamo solo aprirci a loro e loro si apriranno a noi in un empatico scambio di esperienze e sensazioni.
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Mi chiamo Federica e sono innamoratissima della mia famiglia.
Negli ultimi 10 anni mi sono reinventata spesso : impiegata commerciale estero, docente ma soprattutto “mamma.wellness” che ogni giorno su instagram si diletta a raccontare la vita di una mamma e dei suoi adorati bambini, con sincerità, semplicità e trasparenza…ed è qui per raccontarvi il dietro le quinte e I consigli per chi desidera raccontarsi online…
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