CYBER BULLISMO: CHE COS’E’ E COME DIFENDERSI

Scritto da Laura Citroni il .

Cyber bullismo: preveniamolo ed insegniamo ai nostri figli come difendersi.

Il bullismo è un fenomeno che da sempre fa parte, purtroppo, delle dinamiche che si instaurano tra gli adolescenti ed i preadolescenti, nelle scuole ma anche nell’ambito delle attività ricreative come gli sport e le discipline extrascolastiche. Quando si parla di bullismo si fa riferimento a quell’insieme di comportamenti volti a denigrare, escludere ed emarginare un componente del gruppo e si sostanziano in prese in giro, offese, violenze più o meno gravi, scherno.

Cyber bullismo: bullismo online

Il fenomeno ha assunto una nuova configurazione con il diffondersi del web e delle interazioni social online: nasce così, negli ultimi dieci anni circa, il cosiddetto cyber bullismo, che si caratterizza per l’utilizzo della rete come strumento di diffamazione, emarginazione, esclusione e violenza psicologica sugli altri.

cyberbullismo

Cyber bullismo: chi lo esercita

Spesso chi si rende autore di comportamenti di cyber bullismo è una persona che sente la necessità di esercitare il proprio dominio sui coetanei ed approfitta delle persone che hanno un carattere più debole per soddisfare questa esigenza.

La vittima di bullismo o cyber bullismo, soprattutto se la condotta è alimentata e perpetrata a lungo, potrebbe riportare dei traumi per molto tempo e potrebbe avere delle grosse difficoltà a rimuoverli. Per questo psicologi, educatori ed assistenti sociali hanno da sempre sottolineato quanto in questo ambito sia importante la prevenzione: perché una volta che il danno è stato fatto, è molto difficile rimuovere il trauma.

Cyber bullismo: la legge n.71/2017

Questo lo sa bene anche il nostro legislatore, che nel 2017 è intervenuto in materia con una legge ad hoc: la legge n. 71/2017, che contiene “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyber bullismo”. Proprio nell’ottica di prevenire tali comportamenti, la legge pone l’attenzione sul ruolo delle scuole e degli insegnanti, i quali per primi sono spettatori dei rapporti e delle dinamiche che si instaurano tra compagni di classe. La suddetta legge introduce il ruolo di “referente contro il cyber bullismo”, ruolo che viene attribuito ad uno o più insegnanti, incaricati di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto di tale condotta.

Ruolo del referente contro il cyber bullismo

Oltre al compito di programmare, in accordo con il dirigente scolastico, attività di formazione ed incontri volti ad informare e sensibilizzare i ragazzi, tali figure hanno anche un ruolo attivo nel momento in cui dinamiche del genere dovessero instaurarsi: hanno infatti il compito di convocare immediatamente i genitori delle persone coinvolte e, se necessario, possono rivolgersi alle forze dell’ordine per segnalare quanto accade.

Legge 71/2017: sanzioni applicabili

La legge 71/2017 inoltre, introduce la possibilità per i ragazzi che abbiano compiuto i 14 anni di rivolgersi autonomamente al Garante per la protezione dei dati personali che rimuoverà dal web i contenuti offensivi entro 48 ore. Naturalmente a carico di chi realizza condotte di cyber bullismo sono applicabili delle sanzioni di natura penale, ma attenzione: il nostro codice penale stabilisce che nessuno può essere punito per un fatto previsto dalla legge come reato se non ha compiuto 14 anni e se non è in grado di intendere e di volere.

Se ricorrono queste due condizioni, il bullo sarà imputato in un processo penale di fronte al Tribunale dei Minori, che lo giudicherà tenendo conto delle modalità nelle quali il cyber bullismo ha preso forma. I reati che possono configurarsi sono diffamazione, violenza, estorsione, furto d’identità…

L’importanza dei genitori

Ultimo ma non per importanza è, come sempre, il ruolo dei genitori. La famiglia è il primo ambiente con cui si entra in contatto ed ha un ruolo essenziale nella crescita del bambino e nella sua capacità di relazionarsi con il mondo che lo circonda. Sarà importante insegnare ai ragazzi ad avere rispetto e ad essere un sostegno, piuttosto che un ostacolo, per tutti quei coetanei che hanno più difficoltà ad inserirsi nel loro contesto sociale.

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