
PAVOR NOTTURNO NEI BAMBINI? CHE COS’E’ E COME COMPORTARSI!
Pavor notturno: che cos’è, come si manifesta e cosa possiamo fare noi genitori quando i nostri bambini si svegliano urlando e in lacrime. Impariamo a riconoscere il disturbo e a saperlo gestire.
Pavor notturno: che cos’è esattamente
Il Pavor Nocturnus, comunemente chiamato Pavor Notturno (terrore notturno) è un disturbo del sonno non patologico ma molto frequente nei bambini. Si verifica nella fase del sonno profondo NON REM, a differenza dell’incubo, che si presenta nella fase REM. Si tratta più precisamente di un’alterazione qualitativa del sonno che di norma inizia a presentarsi nei bambini in età prescolare tra i 2 e i 12 anni e scompare in adolescenza. E in condizioni di particolare stress psicologico, può colpire anche gli adulti. Il Pavor notturno è un disturbo che rientra nel gruppo delle parasonnie, come il sonnambulismo e alle illusioni ipnagogiche, presenta una frequenza variabile, è imprevedibile e soprattutto irregolare. Ma cosa succede quando un bambino soffre di Pavor notturno?
Ecco cosa può succedere durante questo disturbo:
- Il bambino piange e urla in maniera esagerata
- Non c’è niente che possa consolarlo
- Avviene inconsapevolmente
- Il bambino non si calma al richiamo dei genitori, né ascoltando la loro voce
- Gli occhi del bambino sembrano non vedere e rimanere sbarrati
Pavor notturno: come si manifesta?
Come accennato in precedenza, durante la fase profonda del sonno, non REM, il bambino comincia improvvisamente a piangere e gridare forte. Le urla inconsapevoli durante il sonno sono accompagnate da occhi sbarrati, pupille dilatate, sudore e pallore, spesso causati dall’attivazione del sistema nervoso autonomo. A volte si può notare respiro corto e una frequenza cardiaca aumentata. Queste crisi possono essere davvero impressionanti. L’agitazione del bambino si traduce in movimenti rigidi, grida e pianto. Sembrerebbe avere una vera e propria crisi di terrore. Importantissimo ricordarsi di evitare di toccarlo o abbracciarlo, in quanto il contatto in uno stato simile, di inconsapevolezza, potrebbe aumentare il terrore notturno e peggiorare la situazione.
Ma quanto dura questa crisi?
Gli episodi di terrore notturno possono durare dai 10 ai 30 minuti. Insomma, non pochissimo. E la cosa singolare, è che, terminata questa fase acuta il bambino crolla nuovamente in un sonno profondo senza rendersi conto di nulla. Realmente non si è mai svegliato per questo motivo durante la crisi il bambino era inconsapevole di ciò che stava accadendo. E per questo motivo, se la mattina successiva proviamo a parlare di cosa è successo durante la notte, lui effettivamente non si ricorda.
Possibili cause
Questo disturbo appare in età prescolare e come già accennato può durare fino all’adolescenza per poi scomparire. Le cause sono ancora poco conosciute, anche se si pensa che lo stress favorisca l’insorgere di Pavor notturno. Ad ogni modo vediamo insieme quali condizioni influiscono sul disturbo del sonno:
- Febbre
- Apnea notturna
- Asma
- Reflusso esofageo
- Distensione vescicale
- Deprivazione del sonno
Pavor notturno: cosa non fare e cosa fare durante una crisi
Anche se gli episodi di Pavor notturno si presentano ad intermittenza e tendono con il tempo a scomparire gradualmente, ci sono alcune cose che noi genitori dobbiamo sapere per evitare di peggiorare la situazione. La prima di tutte è quella di evitare di toccare il bambino. Anche se può risultare istintivo prenderlo in braccio e coccolarlo per calmarlo e tranquillizzarlo, questo no va assolutamente fatto! Allo stesso tempo è bene evitare di svegliare il bambino durante la crisi. Forzare il risveglio potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione, prolungando l’effetto ed aumentando l’intensità della crisi. Al contrario, potrebbe risultare utile parlare con il bambino con un tono di voce basso, dolce e tranquillizzante. Magari tentando di favorire il ritorno a letto, sempre con molta cautela ed evitando movimenti bruschi.
Generalmente il Pavor notturno scompare gradualmente, qualora i sintomi dovessero persistere anche in età adolescenziale, consigliamo di contattare il pediatra di famiglia affinché possa aiutare il bambino con una cura farmacologica finalizzata a stabilizzare il sonno.

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