Come un preadolescente chiede aiuto: la preadolescenza è una fase particolarmente “turbolenta”e noi genitori molto spesso facciamo fatica a capire i nostri ragazzi. Ecco alcuni consigli di Valentina Di Bella, educatrice familiare e founder del sito GenitoriMigliori.
Abituati a vedere la facciata di spocchia e ribellione, a volte dimentichiamo quanto i ragazzi abbiano bisogno di noi, sempre. Sì, perché un preadolescente chiede aiuto in modi impliciti. A volte anche originali! Il tuo parere è sempre centrale per tuo figlio e viene testato attraverso modalità differenti. Gli stili che usa, più o meno a tinte forti, dipendono dalla relazione che state instaurando.
Secondo la mia esperienza accanto i ragazzi, un preadolescente chiede aiuto a mamma e papà secondo due modalità principali. Oggi, voglio provare a darti gli strumenti utili a riconoscerle e a favorire il vostro dialogo.
Ebbene sì, un preadolescente chiede aiuto anche attraverso la provocazione. Si tratta della modalità più antipatica, ma è una delle più frequenti attraverso cui tuo figlio ti mette alla prova. A volte, infatti, si tratta di una vera e propria messa in scena. I ragazzi sanno perfettamente come comportarsi e come agire, ma vogliono vedere che li guardiamo. A scuola con i professori, capita spesso. Penso a tutte quelle volte in cui tuo figlio attua un comportamento di cui conosce l’inadeguatezza o la maleducazione.
In questi casi, quindi, non occorre un vero intervento di aiuto: tuo figlio sa perfettamente come comportarsi, sta solo dicendo “ho bisogno di essere guardato da te, ora verificherò che tu lo stia facendo”. In base a come reagirai a questi momenti di messa alla prova, dosando un mix di fermezza ed equilibrio di intervento, rinforzerai la relazione. Un preadolescente chiede aiuto attraverso la provocazione perché ha bisogno di sentirti solido e presente accanto a lui. Non cascare nella trappola. Non cedere all’emotività del momento!
Tra le modalità di richiesta di aiuto si tratta della più rara. Le difficoltà comunicative frequenti in preadolescenza, infatti, non facilitano gli scambi tra genitori e figli. Tuttavia, se impari a leggere le richieste di consiglio di tuo figlio, realizzerai che un preadolescente chiede aiuto in due modi:
“…e adesso che faccio?”
“ti racconto cosa vivo”
Questa seconda frase é la richiesta di aiuto più diffusa. Essa supera a piè pari l’imbarazzo di esporsi direttamente, di ammettere un momento di crisi, etc. Tuo figlio si racconta. Questo deve esser sufficiente a dirti che tiene al tuo parere. Affinché queste occasioni di dialogo possano diventare sempre più frequenti, ti offro due suggerimenti:
Ricorda che queste sono solo le modalità più frequenti con cui un preadolescente chiede aiuto. Tuttavia, nulla toglie che un ragazzo che si senta capito, accolto e non giudicato sia anche capace di esprimere chiaramente il suo bisogno di supporto.
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Per anni ho varcato le soglie dei più diversi servizi educativi di Milano e nel mio viaggio ho appreso tanto dalla “scuola” più formativa di tutte, l’esperienza umana. Nessun percorso di crescita può essere armonioso senza il sostegno consapevole di mamma e papà. Nasce così il servizio Genitori Migliori, che vuole rendere giustizia alle famiglie, riconoscendole come prime vere guide dei figli, dotandole di strumenti pratici, spendibili nel quotidiano.
Lascia un commento