
“I TERRIBILI DUE”: PAROLA ALL’EDUCATRICE!
I terribili due: così vengono chiamati. Terribili per noi genitori, ma se impariamo a distinguere i comportamenti del nostro bambino potremmo sicuramente migliorarli.
Quante volte hai sentito dire che compiuti i due anni di età, i bambini entrano in una fase difficile e oppositiva? Questo fenomeno, meglio noto come “Terribili due”, viene indicato come una fase fisiologica della crescita, spesso caratterizzata da crisi di pianto, urla e pretese. Mamma e papà vengono spiazzati da certe reazioni, la cui manifestazione posticipata ha esteso la definizione, aggiungendo all’espressione tradizionale, la più nuova di “Terribili tre”.
Se ci limitiamo al noto comune, quindi, parrebbe non esserci via di scampo: i primi tre, quattro anni di tuo figlio risulterebbero condizionati da un’emotività dirompente e irrazionale. Attraverso uno sguardo più profondo, invece, scopriamo che non tutte le manifestazioni del bambino sono riconducibili ai Terribili due e soprattutto, come genitori possiamo imparare a distinguere i comportamenti di nostro figlio.
Oggi ti spiego come!
Terribili due: l’autonomia come chiave di lettura.
Prima di tutto, una domanda: qual è la prima cosa a cui pensi quando sono nominati i Terribili Due (o tre….o quattro!)? Probabilmente i “no” insistenti, la rabbia, il pianto e l’ingestibilità. Eppure il vero senso dei Terribili due è un altro.
Si tratta della richiesta di autonomia di tuo figlio.
L’acquisizione della deambulazione, infatti, amplia lo spettro delle possibilità del tuo bambino, in termini motori e di scoperta. Il tuo cucciolo, lo sente: finalmente é pronto per esplorare il mondo che lo circonda, consapevole di esser un’entità distinta da te, mamma e papà, che amorevolmente lo guidi. La rabbia che vedi, la frustrazione che osservi, non sono di per sé la caratteristica del secondo anno di vita, ma la conseguenza di una richiesta di autonomia, che non può esser sempre accolta, ovviamente.

Ricondurre ogni manifestazione di rabbia del bambino all’etichetta di Terrible two’s può confonderti: stizza ed urla, infatti, possono sopraggiungere anche per altri motivi. Tuo figlio è una persona. Una lettura generalizzata dei suoi comportamenti può allontanarti dalla scelta dell’azione educativa più utile da intraprendere. Di fronte a periodi di cambiamento o di difficoltà emotiva, ad esempio, é facile che le manifestazioni di disagio di un bambino si esprimano mediante comportamenti di nervosismo o di ricerca di attenzioni negative. Piedi puntati per terra, continue interruzioni, pretesa di un contatto fisico che non sempre si può concedere. Distinguere queste circostanze dai Terrible two’s o Terrible Three’s, vuol dire dare delle risposte educative ad hoc, calate sui reali bisogni del tuo bambino in quel particolare momento della sua vita.
Terribili due: come mi comporto?
Ti suggerisco due passi utili a portare un cambiamento positivo al comportamento del tuo bambino.
1) La prima azione da compiere é metterti in un atteggiamento di osservazione. Nota i dettagli, presta attenzione a QUANDO e A COME la crisi si realizza. L’osservazione ti permette di metterti in ascolto e capire come intervenire.
– Tuo figlio si arrabbia soprattutto quando gli è preclusa la possibilità di far da solo e si intestardisce? Lavora sul suo bisogno di affermare sé stesso, riconoscendogli piccoli spazi di autonomia.
– Ti sembra che i suoi atteggiamenti siano principalmente sfidanti, volti a ottenere la tua attenzione? Orienta i tuoi interventi educativi verso la rassicurazione e l’attenzione positiva.
Ovviamente alcuni comportamenti saranno poco chiari, sovrapponibili a tratti, ma ciò che conta è che tu riesca ad individuare il filo conduttore e la richiesta di aiuto celata sotto le azioni del bambino.
2) La seconda azione consiste nella scelta dell’intervento educativo da parte di mamma e papà. In altre parole, occorrono delle azioni che manifestino al tuo bambino che hai compreso la sua esigenza e sei pronto a soddisfarla.
Alternative da proporre di fronte a richieste e comportamenti specifici
Nel caso in cui sia la richiesta di autonomia ad esser prevalente, pensa a quali sono le alternative che potresti proporgli davanti a richieste impraticabili. Qualcosa come ” mi dispiace tanto amore, purtroppo non è possibile farti attraversare da solo, però…Sai che possiamo fare? Quando arriviamo di là, lungo il sentiero che ci porta a casa, mamma ti lascia la mano e vai senza di me!” Oppure potresti valorizzare il contributo del tuo cucciolo come aiutante in cucina, nelle pulizie domestiche… I bambini adorano sentirsi utili e valorizzare le loro competenze facilita la gestione dei Terrible Two’s.
E se fossero nervosismo e sfida ad esser all’ordine del giorno? In questo caso ricorda un principio di base: la risposta emotiva alla rabbia sono la rassicurazione e le coccole. Fai sentire al tuo bambino che sei lì con lui, per lui! L’intervento che puoi fare consiste nel regalare in modo generoso e su tua iniziativa, attenzioni positive. Stupisci il tuo bambino buttandoti sul tappetone con lui per condividere dieci minuti di gioco esclusivo e inatteso. Anticipa la il soddisfacimento del suo bisogno di attenzioni, sorprendendolo con un momento vostro di complicità. Queste azioni hanno un significato potente sull’animo del bambino, perché lo rasserenano, ridimensionando la sua richiesta di attenzione… E la sua rabbia!
E tu, sei nel vortice di terribili due? Come te la stai cavando? Lascia un commento, condividi la tua esperienza e se hai domande, non esitare a contattarci!

Commenti (5)
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Per anni ho varcato le soglie dei più diversi servizi educativi di Milano e nel mio viaggio ho appreso tanto dalla “scuola” più formativa di tutte, l’esperienza umana. Nessun percorso di crescita può essere armonioso senza il sostegno consapevole di mamma e papà. Nasce così il servizio Genitori Migliori, che vuole rendere giustizia alle famiglie, riconoscendole come prime vere guide dei figli, dotandole di strumenti pratici, spendibili nel quotidiano.
Bambino di 2 anni , al mio no piange , lancia ciò che ha a portata di mano e si chiude in camera sbattendo la porta e poco dopo torna come se nulla fosse … fuori casa molte volte inizia a piangere disperatamente (per motivi non comprensibili) si butta a terra , nel pianto tiene gli occhi chiusi stretti e la bocca aperta a modi di disperazione. Ha un fratellino di 1 mese , con lui si comporta benissimo , è fase dei terribili 2 oppure un modo di tirare di più l’attenzione x l’arrivo del fratellino?
Buongiorno mamma, intercettiamo solo ora il tuo messaggio: anche se avrai osservato tanti elementi in più rispetto a quando hai scritto, ci faceva piacere darti un paio di spunti! La chiarezza sul processo/i in atto può darcela solo un lavoro più approfondito insieme, ma detto ciò, dal tuo racconto, sembra proprio che il tema dell’autonomia e dell’affermazione della propria identità sia quello prevalente. In altre parole, i Terrible two’s. Il suggerimento più importante che voglio darti é quello di trovare delle modalità concrete per sostenere la gestione della frustrazione del tuo bimbo, in quei momenti. Quando c’è lo scoppio della crisi, quindi l’esplosione legata al non riuscire a comunicare o a fare qualcosa, occorre riportare progressivamente il cucciolo ad una situazione di equilibrio, attraverso modalità che accolgano il bimbo, senza però rinforzare la crisi (per intenderci: evitiamo ad esempio di ignorare il bambino in quei momenti, perché é in un empasse emotivo di difficoltà intensa; al contempo, occorre evitare di cedere alle richieste che emergono in quei momenti, per evitare che vengano registrate come modalità con cui esprimersi sistematicamente). Questo per quanto riguardi gli scoppi d’ira, facilissimi da innescare, ma difficili da gestire per un bimbo piccolo, data l’immaturitá cerebrale che lo caratterizza. Per quanto attiene la volontà di far da sé, invece, bisogna costruire delle piccole esperienze attraverso cui il bimbo possa soddisfare questo bisogno di cimentarsi, provare, “fare” e far valere la propria, in modo che non si esponga a pericoli, ma appaghi comunque questa fisiologica necessità. Speriamo di esserti stati un pochino utili, Donatella! Laddove avessi esigenze più specifiche, non esitare a rivolgerti a noi per un consulto più strutturato per i tuoi cuccioli!
Mi figlia ha due anni, siinterstardisce che vuole fare tutto sola! Piange se nn glielo faci fate. Cioè sempre!
Nn mi dorme la notte perché vuole perforza dormire con noi. Bene, la mettiamo in mazze ma mica dorme! Decide lei che vuole fare altro.
Sto impazzendo !!!
Buongiorno, il mio bimbo ha quasi 17 mesi. È sempre stato ad alto contatto ma da una decina di giorni ha iniziato ad avere atteggiamenti di rabbia e frustrazione nel momento in cui gli viene negata una cosa (magari pericolosa) … Urla, si dimena, graffia, punta i piedi a terra. Anche la notte, non ha mai dormito benissimo, ma ora si sveglia e tira pugni, calci, se mi metto a fianco a lui per cercare di calmarlo mi tira i capelli. Credo sia frustrazione e rabbia che ancora non ha imparato a gestire, ma non so bene come aiutarlo in questo processo. Anche perché veramente passa l’intera giornata così. Forse anche annoiato?
Buongiorno mamma, anche nel tuo caso servirebbe un confronto più approfondito per centrare la strategia più utile. Tuttavia, da ciò che descrivi, posso confermare che il tema “rabbia, frustrazione” resta cruciale ed è il primo su cui possiamo intervenire per dare sollievo al bambino! Personalmente ti suggerisco due piccole strategie a tal fine: la prima, è quella di nominare quello che ti sembra di leggere nel tuo bambino, descriverlo e porgli delle semplici domande in merito. “Amore, ciò che volevi è arrampicarti sulla sedia?” Oppure “Sei arrabbiato perché non stiamo lanciando il bastone?” Ciò che ti propongo, in altre parole, è di integrare all’intervento vero e proprio uno spazio di scambio e dialogo relativo il bisogno e lo stato d’animo del bambino. Deve essere fatto in modo esplicito (anche laddove sia palese il motivo per cui il piccolo si sia innervosito). Se questa fase diventa importante soprattutto quando il bimbo è più grande, ti assicuro che è rilevante già da ora per contenere le sue reazioni, dar loro una direzione e fornire rispecchiamento emotivo. In fine
dal punto di vista psicologico, questo approccio lo aiuta a processare ciò che sta vivendo (nei bambini l’azione precede il pensiero). La seconda modalità utile affinché il piccolo non entri in un eccesso di frustrazione, è quella (come leggerai anche sopra) di fornire un’alternativa al soddisfacimento del suo bisogno. Riuscire (quando possibile) a non limitarsi ad un “no”, proponendo un’alternativa che possa essere altrettanto attraente per realizzare l’impulso, il desiderio del bimbo (“Non posso proprio farti usare il coltello della mamma…però, se vuoi, posso darti il tuo dei bimbi, te lo ricordi?”) può rappresentare una vera svolta educativa. Anche in tal caso, abbi cura di: 1) proporre in tono fermo, ma sereno, per non rinforzare la sfida; 2) lasciare il tempo al bambino per realizzare quanto detto: i piccoli, specie in fase di crisi, necessitano di un pochino di tempo per processare quanto stiamo loro dicendo. Per capire come far smettere graffi e pugni e capire come gestire la consolazione del tuo piccolo serve un lavoro di consulenza educativa più puntuale, che ti guidi passo passo nel processo, ma già questi stratagemmi possono sicuramente aiutarti a migliorare la situazione. Coraggio, cara Laura! E buon 2022!