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L’AUTOSTIMA NEI BAMBINI? UN NOSTRO COMPITO EDUCATIVO!

Scritto da Valentina Di Bella il .

Oggi insieme all’educatrice familiare Valenti Di Bella di Genitori Migliori parliamo di un tema molto importante: l’autostima nei bambini. Che ruolo abbiamo noi genitori? Un ruolo fondamentale. Vediamo insieme quale!

Sviluppare l’autostima nei bambini: conosci un compito educativo più delicato di questo?

Se il valore che riconosciamo a noi stessi è un processo dinamico, infatti, nessuno può negare che l’infanzia sia il momento privilegiato per gettarne il seme. Sono mamma e papà coloro che per primi ci restituiscono un’immagine di chi siamo e di come siamo. Questi punti di vista, per quanto parziali e filtrati da percezioni personali, influenzano la costruzione della visione che abbiamo di noi. Chi può affermare di esser rimasto del tutto indifferente ai ripetitivi “pasticcione!” di quando eravamo piccoli? A volte il peso di giudizi e opinioni di mamma e papà é stato talmente importante, da riproporsi “nella nostra testa” come una vocina perentoria, che si esprime in concomitanza di sfide e impegni personali, assunti da adulti.

Autostima nei bambini

Oggi lo sviluppo dell’autostima nei bambini incontra una sensibilità maggiore da parte di mamma e papà e viene tematizzato spesso in relazione ad episodi di bullismo, difficoltà o disturbi dell’apprendimento. Quasi come se si potesse parlare di autostima solo in termini “riparativi” di qualcosa “andato storto” nel contesto di vita del bambino! Che ne penseresti se ti dicessi che in realtà ogni intervento educativo, persino quelli legati alla disciplina, possono porsi in continuità con l’obiettivo di sostenere l’autostima di tuo figlio? Vediamo insieme alcune considerazioni e accorgimenti pratici, che possono tornarti utili giorno dopo giorno nella vostra vita insieme.

Autostima nei bambini: non è mai troppo presto per iniziare!

Quante volte assistendo a considerazioni rivolte ad un bambino piccolo, hai sentito aggiungere “Tanto non sta ascoltando, é intento a giocare…” Nulla di più ingenuo (gli studi sull’età evolutiva dimostrano le precoci capacità di comprensione infantile) e controproducente ai fini dell’autostima. In presenza del bambino, parla col bambino; in sua assenza parla di lui! Questa forma di attenzione deve esser irrinunciabile tutte le volte in cui hai necessità di affrontare temi critici che lo riguardano. D’altra parte a chi piace ascoltare qualcuno che parli di noi in nostra presenza…come se non ci fossimo

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Se quando sei con tuo figlio valorizzi il suo contributo, gli rimandi un senso di riconoscimento e considerazione; se in sua presenza ti lasci andare a commenti e giudizi, eserciti un “effetto Pigmalione” inutile e dannoso.
Spesso i genitori fraintendono queste indicazioni, interpretandole come l’impossibilità di esser autorevoli, esprimere ai propri figli rimproveri o moniti. In realtà, chi si occupa di educazione sa’ che l’autostima di un bambino si nutre anche dei limiti: occorre solo trovare le modalità equilibrate per porli, strategie che non schiaccino l’identità del bambino, che è in via di sviluppo. Ma come si fa?

Autostima nei bambini: meno “sei” più “hai fatto”!

“Sei disordinato”, “sei un pasticcione”, “sei uguale a…” Il verbo “essere” é un verbo potente, che definisce, cristallizza. Ogni volta che lo usiamo per alludere ad un comportamento del bambino, rinforziamo la sua azione (di disordine, di pasticcio, etc.) per mezzo della nostra convinzione. Crescendo, questi bambini arrivano addirittura a non investire più nel tentativo di migliorare certi comportamenti, attribuendoli alla loro natura disordinata, piuttosto che pigra, etc. Ecco che, senza volere, non solo l’autostima resta bassa, ma abbiamo creato vere e proprie giustificazioni alle manifestazioni indesiderate.
Riparare questi interventi é semplice, basta mettere l’accento sul comportamento adottato in quel contesto, piuttosto che sulla natura del bambino. “Hai fatto uno sbaglio”, “hai un atteggiamento sgarbato”, sono esempi di espressioni che, pur dichiarando in modo diretto l’errore, lo circoscrivono, facendo intendere al bambino che potrà far meglio.

L’autostima nei bambini e l’effetto de verbo “essere”

E se il verbo “essere” viene usato in modo ricorrente per riconoscere lodi e pregi? Se l’obiettivo è quello di coltivare l’autostima di tuo figlio, “Sei bello”, “sei bravissimo” restano espressioni inadeguate. Anche in questo caso, ti suggerisco di modificare le frasi, per valorizzare gli sforzi e le azioni che ha compiuto. Qualcosa come “ho visto che ti sei impegnato molto”, “ci sei riuscito!” “stai migliorando tanto!” sono modi semplici e potenti, che incoraggiano tuo figlio, lo rendono intraprendente e lo fanno sentire amato. Proprio quello che desideri per favorire la sua autostima!

“E tu cosa ne pensi”?

Un altro modo per coltivare l’autostima nei figli, é coinvolgerli fin dalla tenera età nella ricerca di soluzioni a piccoli problemi e nell’ascolto del loro punto di vista. Si tratta di un intervento educativo che io uso tantissimo, fino alla tarda adolescenza e che si può calare in tantissime situazioni quotidiane. Quando tuo figlio alla primaria ti racconta qualcosa che lo ha colpito; quando da più grande condivide con te qualcosa che ha scoperto, letto, visto. Coinvolgere bambini e ragazzi nella ricerca di piccole, grandi soluzioni, ti torna utile persino quando tuo figlio è in continua richiesta per qualcosa e questo genera conflitto.

Coinvolgiamo in nostri figli, rendiamoli partecipi e stimoliamoli!

Dalla scuola primaria, infatti, puoi decidere di sederti accanto al tuo bambino e stimolarlo a pensare assieme le possibili soluzioni “all’uso smodato dei devices, i compiti rimandati continuamente” o qualsiasi altra cosa. Attenzione, non significa far gestire al tuo bambino la criticità. Significa trovare uno spazio di riflessione a tavolino, dove lui possa pensare insieme a te ad ipotetiche soluzioni, che tu annoterai (sì, hai letto bene!) condividendone la fattibilità o meno. Quest’azione educativa nutre l’autostima di tuo figlio perché lo rende parte attiva di un processo e fa sentire che è possibile riparare situazioni critiche. Non ultima, questa strategia permette di percepire che l’affetto e la stima restano immutate anche nei contesti di difficoltà tra di voi.

Autostima nei piccoli…. E nei grandi!

Come dicevamo, l’autostima è un elemento dinamico, che muta in funzione di diverse variabili. Man mano che tuo figlio cresce, i contesti che influenzano la sua autostima, aumentano: la scuola e le relazioni con gli amichetti sono situazioni relazionali che allenano tuo figlio, mettendolo anche in difficoltà, a volte. Ciò che intendo dirti, è che questo fa parte del gioco. Piuttosto che renderti vulnerabile o farti pensare che stai facendo un lavoro inadeguato per l’autostima di tuo figlio, comprendi che l’autostima cresce anche attraverso l’esperienza e il superamento di difficoltà. Dal punto di vista educativo, vuol dire diventare capaci di leggere le situazioni per capire se sia necessario un intervento diretto o semplice affiancamento “nel backstage”, come a me piace chiamarlo.

La soddisfazione di sé cresce ogni volta che fornisci a tuo figlio degli strumenti per gestire le dinamiche che gli accadono e, a posteriori, revisionate il processo di cui è il protagonista. Proprio come un allenatore sportivo, sei il coach delle competenze che tuo figlio costruisce!
A mano a mano che tuo figlio cresce, questa modalità deve diventare quella preminente per renderlo un adulto solido, consapevole di sé e autonomo. Niente male, eh?

Tu cosa ne pensi? Metti in pratica e raccontaci i risultati che avete ottenuto con questi piccoli stratagemmi educativi!

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