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CYBERBULLISMO: COME AFFRONTARLO E AIUTARE I NOSTRI RAGAZZI

Scritto da Chiara Tranquillino Minerva il .

Cyberbullismo: un fenomeno ultimamente in forte aumento. Affrontiamo il tema con Chiara Tranquillino Minerva, come donna  ma anche come mamma che si pone mille quesiti. La Dott.ssa Elisa Focardi  risponde e approfondisce, offrendoci spunti interessanti per aiutare i nostri ragazzi.

Cyberbullismo e le sue challenge. Ora è il momento della “Boiler Summer Cup”. Avete sentito parlare della Boiler Summer Cup? Potete immaginare perché ha fatto così clamore? La risposta è facilmente intuibile. Perché è una delle tante espressioni di quello che oggi viene definito cyberbullismo, un fenomeno in costante aumento che può portare conseguenze anche gravi per chi lo subisce.

La Boiler Summer Cup: la nuova challenge di TikTok

Cyberbullismo
Photo by Kajetan Sumila on Unsplash

Avete già sentito questo nome sui social ma non avete ancora ben capito di cosa si tratta? Eccomi qui a spiegarvelo. La. Boiler Summer Cup è la nuova challenge che sta girando su Tik Tok. Si tratta di una sfida terrificante interamente basata sul bodyshaming che prevede l’accumulo di punti per chi riesce ad approcciare nei locali e nelle discoteche ragazze formose. Più se ne rimorchiano, più si collezionano boiler (letteralmente parlando, scaldabagni). Questa challenge rappresenta un vero e proprio atto di bullismo volto a discriminare, offendere e isolare le ragazze prese di mira. Purtroppo questa sfida è già diventata virale ed ha già cominciato a seminare umiliazione, depressione e senso di inadeguatezza.  Molte ragazze hanno dichiarato di aver paura di andare in discoteca e altre ancora si sono riconosciute nei filmati che girano online.

Cyberbullismo e boiler summer cup

Cyberbullismo: partiamo da una premessa fondamentale

Il bullismo esiste da tempo immemore. La nascita del bullismo online è invece legato allo sviluppo dei moderni dispositivi tecnologici. Quando vengono usati in modo poco appropriato o sconsiderato. Come il bullismo tradizionale, il cyberbullismo è una forma di prevaricazione e di oppressione reiterata nel tempo, perpetrata da una persona o da un gruppo di persone nei confronti di un’altra percepita come più debole.

cyberbullismo
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Cyberbullismo e nuove generazioni: reale o virtuale?

Le nuove generazioni vivono in una società fortemente dipendente dalle tecnologie e dalla rete, al punto che spesso si ritrovano di fronte a una difficoltà oggettiva: distinguere ciò che è reale, da ciò che è virtuale. Ed è come se, a volte, vivessero la dicotomia tra reale e virtuale: è come se ciò che avvenisse online, non fosse percepito come reale; ma è pur vero che ciò che è virtuale troppo spesso influenza e condiziona fortemente la vita reale.

Il cyberbullismo rappresenta un serio pericolo

Ecco perché un’azione di bullismo online (o cyberbullismo) può rappresentare un pericolo serio per l’incolumità fisica e mentale della vittima. Trattandosi prevalentemente di giovani o adolescenti, le vittime risultano generalmente vulnerabili di fronte a tali comportamenti. Non si capisce come mai, ma la maggior parte di esse ha difficoltà nel parlare dell’argomento e nel denunciare gli aggressori per paura di essere ricattate. Intrappolate, così, in uno stato di fragilità emotiva estrema, le vittime dei cyberbulli rischiano conseguenze pericolose.

Le conseguenze del cyberbullismo

Molte di esse incorrono in forme di depressione, autolesionismo e tendono ad isolarsi. La pressione psicologica agisce negativamente anche sulla condizione fisica. Un’alta percentuale di vittime ammette di aver ridotto drasticamente l’assunzione di cibo. Questa conseguenza è fortemente presente nei casi di body-shaming, ovvero nei casi di offese che tendono a concentrarsi sull’aspetto fisico della vittima. La conseguenza peggiore del cyberbullismo è la capacità di indurre al suicidio.

Cosa possiamo fare noi genitori? La risposta della psicologa Elisa Focardi

Questa cup mi ha mandato fortemente in crisi, come genitore ma anche come persona attenta a quello che avviene nel mondo circostante, tanto da chiedere l’aiuto della psicologa e psicoterapeuta Elisa Focardi, per dare una risposta concreata agli interrogativi che mi sono frullati in testa.

Cyberbullismo: informazione e prevenzione

  • Come ci si può difendere dal cyberbullismo? Si può agire sui bambini, adolescenti o giovani in generale, dal punto di vista educativo e o di dialogo, per prepararli a prevenire situazioni del genere o per aiutarli a non aver paura a denunciare?

La prima parola che mi viene in mente è informazione. Il cyberbullismo è purtroppo un fenomeno in aumento come frequenza e gravità con impatti psicologici, relazionali e comportamentali altissimi. Lavorare in prevenzione, aiutare i ragazzi e le ragazze ma anche i bambini e le bambine a riconoscere le prepotenze, a sviluppare un loro pensiero critico che sappia guidarli nel distinguere quello che è giusto da quello che è sbagliato. Quello per cui vale la pena intervenire e come trovare gli aiuti necessari anche dal mondo degli adulti. Prima riusciamo a creare ponti comunicativi con bambini/e e ragazzi/e. rendendo dicibile tutto quello che vivono, portando attenzione ai loro vissuti relazionali ed emotivi, e più sarà possibile per loro arrivare a parlare o denunciare episodi forti e violenti come quelli collegati al cyberbullismo.

Osservazione e intercettazione

  • Ci sono dei modi per intercettare la confusione, il senso di colpa e di impotenza che situazioni del genere provocano?

Mi piace molto il verbo che hai usato…intercettare… Perché spesso è proprio così. Bisogna affinare le nostre capacità di osservare i/le ragazzi/e perché proprio le emozioni che spesso la vittima di cyberbullismo vive, come la vergogna, il senso di colpa e di inferiorità, il sentirsi inadeguata, portano a nascondere e a mascherare i vissuti violenti. Anche alle persone a loro più vicine. Bisogna imparare ad osservare i loro cambiamenti di abitudini e di umore.  Se diventano maggiormente irritabili o aggressivi, se iniziano a variare alimentazione o sonno, se mostrano maggiore isolamento o silenzi prolungati ad esempio, possono essere campanelli da prendere in seria considerazione e da provare ad approfondire.

Insegniamo a sostenersi vicendevolmente e a creare gruppo

  • Condividere un sistema di valori basato sull’ascolto e sul rispetto dell’altro, contro la violenza (fisica e psicologica) e l’omertà, basta? E se sì, da dove si comincia e quando?

È importantissimo lavorare fin dall’infanzia su come stare bene insieme, sulle risorse e capacità di creare un gruppo, una classe, un sostenersi a vicenda. Da genitori ed insegnanti aiutare i bambini a riconoscere quello che stanno vivendo e a dar loro un nome: rabbia, paura, ingiustizia, vergogna, ecc. Per poi affiancarli nel trovare comportamenti e soluzioni più adeguate a risolvere il problema o il conflitto. Portare avanti un sistema di valori è fondamentale per far arrivare chiaramente il messaggio che alcuni comportamenti (diamo sempre la rilevanza e l’attenzione all’azione e non alla persona che la compie!) non sono né accettabili né tollerabili.

Peer Education e progetti informativi

  • È possibile realizzare azioni sinergiche di prevenzione e di intervento precoce vs. il bullismo e cyberbullismo? Quali? Come e con chi?

Assolutamente sì. Ci sono esempi di progetti molto belli realizzati dai Servizi Infanzia e Adolescenza o da associazioni e scuole dove partendo dagli adolescenti si lavora su queste tematiche. Si cerca di trasmettere conoscenza ed informazioni ma soprattutto di creare spazi dove i ragazzi stessi possano parlare e sentirsi ascoltati. Sperimentare che la loro voce ha importanza e le loro azioni possono portare dei cambiamenti importanti.

Una formula che funziona molto è quella della Peer Education. Qui, i ragazzi più grandi, appositamente formati, che vanno a realizzare interventi nelle classi di quelli più piccoli. Molte ricerche dimostrano che lo stesso messaggio se arriva da coetanei o ragazzi di poco più grandi diventa molto più efficace! I ragazzi hanno bisogno di sentirsi protagonisti nei progetti che li riguardano. E molti di loro hanno voglia e capacità di cambiare le situazioni se ne hanno le possibilità.

  • Molto spesso ci interroghiamo come sostenere un cyberbullizzato, ma anche il cyber bullo può essere compreso e aiutato? Come?

Come dice Daniele Novara

“Non si può pensare che il problema dei figli sia solo un problema dei genitori. Questo è molto, molto sbagliato.”

Spesso per un genitore scoprire che il figlio agisce bullismo o cyberbullismo è un passaggio carico di sofferenza e solitudine. La prima cosa è non isolare né allontanare ne il ragazzo/ragazza, né le loro famiglie. Ma aprire uno spazio di confronto e dialogo. Uno spazio che vada a capire cosa sta dietro quei comportamenti con un atteggiamento meno giudicante possibile. Il ragazzo non si rende conto di aver causato sofferenza all’altro? Aggredisce per difendersi? Cosa sta cercando di comunicare? Possono esserci bisogni o necessità non comprese?

Il peso della responsabilità dell’educazione dei ragazzi è senza dubbio condiviso, motivo per cui il fenomeno del cyberbullismo va affrontato su più fronti attraverso un’alleanza che va ricercata tra famiglia-scuola-istituzioni.

Per concludere: quello che personalmente mi ha colpito è come questa generazione di ragazzi tenga assieme battaglie per i diritti, anche quelli del pianeta, e la totale superficialità nel postare contenuti che possono ferire gli altri e di cui poi qualcuno, e se va male può essere la polizia, ti chiederà conto. Una sana via di mezzo?

Eh si…tenere insieme gli opposti e le contraddizioni per trovare un equilibrio è la sfida più grande della crescita!

 

 

Elisa Focardi, psicologa con indirizzo di sviluppo ed educazione e psicoterapeuta sistemico-relazionale. Si occupa da anni di bambini e famiglie nella pratica clinica come nella formazione e progettazione scolastica.

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