
L’AMICIZIA NELLA PREADOLESCENZA
L’amicizia nella preadolescenza: un’amicizia diversa da quella adulta. Fatta di delusioni e cadute. Oggi con Elisabetta Pieragostini. parleremo di amicizia, senso di appartenenza, migliori amici… ma anche di bullismo ed esclusione.
Che cos’è l’amicizia? Domanda apparentemente scontata, ma in realtà in ogni fase della nostra vita l’amicizia rappresenta qualcosa di importante, di unico e di speciale. A seconda della nostra età l’amicizia assume contorni diversi ma in realtà le basi su cui si fonda sono sempre le stesse: fiducia, rispetto e vicinanza emotiva.
Non c’è una definizione ma ne esistono tante, ognuno la vive e la percepisce come più preferisce.
Per me gli amici sono coloro che diventano famiglia. Non definisco amici quelle persone che incontro e con cui scambio consigli, con cui vado a cena o faccio serate. Gli amici veri sono quelli che entrano nella tua vita per restarci, ti aprono il cuore e le porte dell’anima per farti arrivare nel loro intimo e non uscirne più.
L’amicizia nell’età della preadolescenza: com’è e cosa rappresenta
Nell’età della preadolescenza sono tutti amici, basta avere interessi e gusti comuni, uscire insieme, formare il gruppo dove confrontarsi e condividere esperienze. È un concetto un po’ diverso dall’amicizia in età adulta.
Per i ragazzi gli amici sono fondamentali per la loro crescita, per confidare i loro problemi, le loro paure, i loro amori e le loro preoccupazioni. Gli amici sono la loro ancora di salvezza, sono quelli che li sanno capire perché sono coetanei, sono protettivi e instaurano legami forti basati sulla fiducia e sul rispetto. Tutto ciò porta inevitabilmente a un distacco dai genitori, un distacco generazionale sostanzialmente.
A noi dispiace ma per loro è un grande cambiamento.
I ragazzi si buttano a capofitto nelle amicizie perché ricevono quel sostegno che non vedono più nella famiglia. Vedono nell’amico il confidente, il complice, il rivale, il confronto con la realtà. Iniziano a conquistare la loro autonomia e a formare la propria identità. Con gli amici si sentono sicuri, non si sentono giudicati come da un genitore e possono mettersi completamente a nudo. Negli amici si cerca ammirazione, appoggio, un punto di riferimento. La fase del “Tu non mi capisci!” arriva, eccome se arriva.
Gli errori di valutazione nella preadolescenza
L’amicizia nell’età della preadolescenza non è sempre facile, anzi, spesso si sbaglia, si cade e ci si rialza. Si hanno delusioni ma sono tutte cose che servono per crescere e maturare e per rafforzarsi.
Si tratta di quelli che potremmo chiamare errori di valutazione dovuti allo slancio dell’inesperienza, anche se poi, in realtà, pure noi adulti commettiamo questi errori di valutazione nei nostri rapporti. È che il cuore è cieco davanti a certe cose…
Noi genitori però non dobbiamo intervenire, salvo casi di amicizie “pericolose” e malsane, naturalmente. Sono tutte cose normali, naturali, fisiologiche. Non dobbiamo perderli di vista però, questo si, e dobbiamo cercare di non interrompere il dialogo.
Potrà sembrarci di avere un ruolo marginale in questa fase della loro vita, ma non perché non hanno più bisogno del biberon vuol dire che siamo inutili. Si può amare anche guardando da lontano. Se hanno bisogno di noi ci siamo, siamo presenti per dar loro tutto l’appoggio e il supporto di cui hanno bisogno.
L’amico del cuore: il protagonista dell’amicizia nell’età della preadolescenza. Esiste ancora?
Oggi l’amicizia rispetto ai miei tempi è più superficiale (posso dirlo senza remore?) ed è di gruppo. Perché penso che sia superficiale? Questa cosa di chiamare tutti amici può portare isolamento e solitudine. Secondo me sarebbe importante ritrovare l’amicizia vera, o colui e colei che chiamiamo amico o amica del cuore.
Ai tempi della mia preadolescenza avevo la mia amica del cuore, Maria Laura, che oggi vive in Spagna. È stata una grande amica, una spalla su cui piangere, la complice in tutto, ne abbiamo fatte tante insieme. Il vero amico, quello del cuore, ti dà tanto e ti aiuta nella preadolescenza, nell’adolescenza e nella vita.
Vi è mai capitato di non vedervi poi per 15-20-30 anni e di ritrovare la stessa identica sintonia?
L’amico del cuore è sincero, muto come una tomba, con lui i nostri segreti sono al sicuro, anche se dovessimo avere opinioni diverse non ci giudica mai. Semmai ci rimprovera ma con critiche costruttive per farci migliorare e per non farci soffrire. Ci comprende nel profondo del nostro cuore e si preoccupa per noi. Il nostro amico del cuore è fidato, non è invidioso o geloso e rispetta i nostri spazi. Perdona tutti i nostri sbagli senza avere rancore o risentimento. È colui che sta al nostro fianco, nel bene e nel male, festeggia con noi i nostri momenti felici o i nostri successi e ci soffia il naso per il nostro dolore, ci abbraccia per farci sopportare meglio le sconfitte.
Madonna, adesso mi manca solo di vedere un telefilm anni 80-90, farmi una coda di cavallo alta e chiamare Maria Laura.
Non so se si tratti di una mia impressione, ditemelo voi, ma mi sembra che oggi si sia perso l’amico del cuore. Spero di sbagliarmi.
L’appartenenza al gruppo e il bullismo
I ragazzi si uniscono in un gruppo perché così si sentono più forti. Sono anime affini che fanno branco, anche se le dinamiche del branco possono generare talvolta risvolti negativi, purtroppo. È importante per crescere far parte di un gruppo, si impara a vivere socialmente e a rispettare le regole come si fa nella società.
Un gruppo però può diventare anche negativo quando inizia a chiudersi, a escludere qualcuno, quando si dettano delle regole da seguire se si vuole entrare a far parte di quella cerchia. Quando si fa sentire qualcuno inferiore o mancante di qualcosa.
Nella preadolescenza spesso i ragazzi tendono a escludere qualcuno, a prenderlo in giro, a non farlo partecipare alle attività. Il ragazzo che non si sente accettato si sente solo e vive male il rapporto con l’amicizia. Subisce una forma di bullismo che lo fa sentire solo e non accettato. Spesso questo genera una frustrazione così profonda da innescare pericolosi processi sull’autostima di chi si vede escluso. Le amicizie devono aiutare nell’inclusione e non nell’esclusione. Scegliere di chi voler essere amico è importante ma non va bene ferire il prossimo. Facciamo attenzione quindi a piccoli comportamenti o campanelli d’allarme.
Mia figlia Matilde e l’amicizia
Mia figlia Matilde ha 12 anni e vive nel pieno della sua preadolescenza. Attraverso le sue parole vorrei dirvi come vive l’amicizia oggi e se ha un’amica o amico del cuore. (Non ho filtrato o corretto il messaggio, ci tengo a precisarlo perché ho ritenuto giusto far passare ogni sua parola).
“Per me l’amicizia vera è una cosa molto difficile da trovare e invece le amicizie false sono gratuite e sono dietro a ogni angolo che giri. L’amicizia è quando trovi una persona che è al di fuori della tua famiglia che ti fa stare bene e con cui puoi confidarti senza che l’altra persona ti giudichi. L’amicizia è un sentimento positivo, ma a volte potrebbe essere anche negativo, perché distinguere un amico vero da una persona che ti sta solamente imbrogliando a volte è difficile. Due sono i tipi di amici falsi: i doppiogiochisti, che non riesci a capirli e quelli che non sanno mentire, vedi in loro la falsità scritta sulla fronte. Io ho un’amica del cuore, esiste ed è una cosa rara poterla trovare, io l’ho trovata, per ora, almeno spero. L’appartenenza al gruppo oggi è importante ma non deve essere necessaria perché troppo spesso chi non ne fa parte viene escluso ed emarginato e questo non è giusto. Non devi stare in un gruppo per forza per essere più forte. La tua personalità è a prescindere dall’amicizia, l’amicizia può migliorarci.”
Non aggiungo altro, ha parlato lei per tutti.

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Imprenditrice marchigiana laureata in Scienze della comunicazione. Negli anni ha acquisito anche un master in Scienze della Risoluzione di tutti i problemi delle figlie. Legge, mangia, sogna, scrive e inventa favole. Ogni tanto prova anche a dormire.
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