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LE CHAT DELLE MAMME AI TEMPI DEL COVID

Scritto da Elisabetta Pieragostini il .

Le chat delle mamme: già la frase non promette bene, poi se pensiamo alle chat delle mamme ai tempi del covid, sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Non basterebbero 10 libri per raccontarlo, e oggi Elisabetta Pieragostini racconta la sua!

Le chat delle mamme ai tempi del Covid??? Lo state chiedendo proprio a me?

“Se telefonando io potessi dirti addio, ti chiameeereeei…” Se potessi invece dire addio alle chat delle mamme ai tempi del Coronavirus lo farei, subito, istantaneamente, perché le chat del gruppo di classe in questi ultimi due anni si sono fatte più animate di sempre, volendo usare un’espressione cortese che non dovrebbe far risentire nessuno.
La verità, detta proprio tra di noi (tanto siamo solo su un magazine online, chi volete che ci legga?), è che sono tutte virologhe, infettivologhe e ministre della salute. All’occorrenza anche ministre dell’istruzione e presidentesse del consiglio.
L’ho detto. Andrò all’inferno. Meno male che ho tanti costumi da bagno fighissimi.

Chat di classe e mamme

Cosa succede nelle chat delle mamme?

Chiarisco prima una cosa già che ho usato questo titoletto. Chat delle mamme, perché si tratta maggiormente di mamme, non sto facendo una discriminazione di genere. Mi ci manca solo questo dopo questo post.

Dicevamo, cosa succede in queste gloriose e benedette chat delle mamme?

Arrivano messaggi vocali, testi lunghi pagine e pagine di romanzi, trattati di sociologia che nemmeno ai Nobel e ricerche virologiche che mi chiedo come ancora nessuna non abbia trovato un nuovo vaccino. Aspe’, questo argomento è davvero meglio evitarlo perché vorrei vivere ancora a lungo col mio amato fegato. Uscire dal mondo dei gruppi Whatsapp delle mamme non solo non è facile, è praticamente impossibile.
Quando pensi, credi, speri sia arrivata la soluzione che chiude la discussione e pensi, credi, speri di poter andare a piangere sotto la doccia taaaaaac, arriva un nuovo messaggio che dà il via a una valanga di notifiche che potrebbero riguardare questa volta la risoluzione di un problema enorme tipo il ritrovamento di un uovo di pidocchio in Oregon.

Il terrore corre su un filo sottile, quello del carica batteria

Il telefono è al centro delle nostre vite e il terrore corre sulle chat dove persone che magari si conoscono anche poco giocano in modo perverso e alimentano paure manco fossimo in un film horror. Perché si tratta anche di questo, ho notato. Una infinita catena di messaggi che si nutrono di paure, incomprensioni, tare, carenze. E assenza di alcolici. Ma tanto io bevo solo Crodini doppi.
Arriva un vocale sul nostro telefono, questa racconta quello che ha sentito dire da un’altra mamma sconosciuta, quella lo dice all’altra ed è come al gioco del telefono senza fili, non c’è mai una fine. Lo scopo è quello di creare panico e chiacchiericcio generale, ricevendo notizie fake, alterate, perché hanno subito mille passaggi e mille interpretazioni. Tutto ciò provoca ansia e isterismo collettivo.

Mamme e chat di classe

I messaggi che arrivano nelle chat delle mamme

La scuola è iniziata da tanto? Da poco? Non importa, tanto le mamme il giorno dopo iniziano già a riempire le chat, figuriamoci ora con il Covid, con la questione vaccini, tamponi e quarantene. “Luca non era a scuola, come mai? Ha il Covid? Voi la misurate tutte le mattine la temperatura? La sanificazione la fanno? Fate portare loro il gel? Che mascherina usate?” E viaaaa con la rumba dei tamponi, antigenici, molecolari, nucleari, fotovoltaici, a pile. E poi i pediatri, i medici di base, il primario, il suocero della cugina della vicina di mia zia mi ha detto che ora c’è un tampone che si fa in fronte e ti fanno una fotografia da caricare su Instagram. “Hanno la verifica domani? Che materia devono portare? La maestra di matematica ha valutato poco mio figlio al compito e i vostri?” Mio figlio è un genio. Ha calcolato giusto ieri la somma degli ecobonus di tutto il condominio senza usare la calcolatrice. Dite che è un sintomo del Covid?
Sintomo? Eeeeeeeh. No no, stavo scherzando.

Come salvarsi dalle chat delle mamme e sopravvivere

  • Riportate le mamme alla realtà, siate voi i fari di salvezza, o le stronze, e dite loro che le chat sono nate esclusivamente per comunicazioni di servizio e informazioni serie inerenti la scuola. Non sono lo sfogo o lo sportello psicologico con cui parlare per essere capite. Per quello ci sono delle persone che costano circa 70€ all’ora e si chiamano psicoterapeuti;
  • L’amministratore del gruppo deve stabilire delle regole chiare e non andare fuori dal contesto, per le chiacchiere da bar o da parrucchiera chiedete di usare una chat a parte altrimenti siete autorizzate a buttarle fuori dal gruppo;
  • Non rispondere a provocazioni e lasciarle inconsiderate, quindi quando leggete i messaggi fate una scrematura e prima di rispondere, se proprio lo volete fare, pensate ed evitate di alimentare battibecchi;
  • Se le mamme divagano, scrivete solo per riportare l’attenzione sul fatto o sul problema, non è un gruppo sociologico dove si rivendicano i propri diritti chiamando in causa avvocati o sindacalisti;
  • Usate bene le parole, il linguaggio è fondamentale per evitare che finiate nel calderone delle mamme streghe che non vedono l’ora di cucinarvi;
  • Oppure fate come me, uscite dal gruppo e metteteci vostro marito o il vostro compagno. Segreto svelato!

La mia esperienza dei gruppi WhatsApp

Come tutti i genitori anche io sono stata parte dei gruppi Whatsapp, quello di classe, di catechismo, di danza, del tempo libero e chi più ne ha più ne metta. Da una parte l’avevo visto come comodo e veloce, perché fino a quando la tecnologia la usi in maniera intelligente fornisce un ottimo servizio, altrimenti se diventa, come sempre capita, un mezzo per lamentarsi, per sfogare la propria rabbia, insofferenza, la propria ansia e angoscia, allora può risultare anche pericoloso.
Io, per evitare il tutto, dopo un periodo di ascolto di lamentele continue, ho deciso non solo di uscire dai gruppi, ma di disinstallare proprio WhatsApp.

La gente mi credeva e mi crede folle, io sono rinata, senza quei bip continui che quando andavi ad aprire il messaggio per la maggior parte erano solo noie o cose di poco conto, di reali informazioni ne trovavi poche.
Ho fatto per 5 anni la rappresentante di classe di mia figlia e quando dovevo fare le comunicazioni informative scrivevo una lettera con il resoconto in modo tale che non si potessero creare polemiche e vi assicuro che, anche se sono tornata a vecchi metodi, la classe non ha avuto un solo problema, sempre ben informata tempestivamente e regnavano la pace e l’armonia.

Il Regno di Elisabetta stava riportando i popoli alla serenità.

Io vi amo amiche, mamme, donne, complici, confidenti, stanche e stravolte. Ma basta, non se ne può di ‘ste chat.
Dobbiamo parlare di qualcosa di importante? Vediamoci tutte davanti a un Crodino. Sempre doppio per me, grazie. E se non abbiamo tempo, vorrà dire che la questione non è davvero così urgente.
Vi abbraccio!

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