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VITA SPERICOLATA DI UN GIOVANE PAPÀ

Scritto da Maria Quinz il .

Un giovane papà, l’avventura di essere genitori e la voglia di raccontarla in un libro. Intervista a Daniele Marzano.

Daniele Marzano è un giovane papà milanese, che di mestiere fa il giornalista e addetto stampa. Ama la letteratura, oltre che la scrittura e da qualche tempo, con la moglie Mickol, ha deciso di raccontarsi in un libro, edito da AUGH! e su una pagina facebook.

Daniele è un papà come tanti, alle prese con l’esperienza di essere genitori: “spericolati o aspiranti tali”. Come recita il sottotitolo del suo libro. Perché di regole non ce ne sono.

 Guida senza patente non è un manuale di “istruzioni per l’uso”. Il libro vuole essere piuttosto, un racconto personale e sincero. Un diario di bordo dove lo sguardo ottimista, a tratti tragicomico di Daniele, sa comunicare al lettore, l’amore per i propri cari oltreché per la vita. E lo fa in modo spassoso e contagioso.

Il suo è un invito a vivere la propria avventura e tutto l’annesso bagaglio di inesperienze e scelte azzardate, con il sorriso sulle labbra.

un giovane papà si racconta in un libro

Un giovane papà si racconta

Daniele, come nasce l’idea del libro?

Diciamo che Guida senza patente, ancor prima di essere un libro e una pagina facebook era un motto. Un “mantra” che io e mia moglie ci siamo ripetuti e ci ripetiamo ancora, da quando ci siamo conosciuti. E questo perché ci siamo resi conto che ogni qualvolta ci imbattevamo in una scelta importante, ci ritrovavamo circondati da tuttologi. C’era sempre qualcuno in grado di scoraggiarci, facendoci sentire inadeguati rispetto alla scelta che stavamo per fare. Con il rischio di paralizzarci.

Guida senza patente è un po’ frutto di questa riflessione: non stare ad aspettare un patentino di padre perfetto, marito perfetto o altro, perché non arriverà mai. Se credi in un progetto mettici tutto te stesso e vai avanti per la tua strada. Ed è quello che cerco di fare ogni giorno.

Come si è poi articolato il lavoro di scrittura?

Dal “motto” sono passato a scrivere sul mio profilo facebook tutte le cose che mi succedevano, soprattutto le disavventure di neo-papà al primo figlio. Fin da subito, tante persone mi hanno incitato a scrivere un libro. Io pensavo che non ce l’avrei mai fatta.

Nel momento in cui è arrivato il secondo figlio David, inaspettatamente durante le notti insonni, il libro “è uscito fuori”. Come un flusso di coscienza partorito in poche settimane, a cui mia moglie ho dato la forma definitiva. Ho iniziato a farlo girare e una scrittrice mi ha consigliato di aprire una pagina facebook. La pagina oggi ha un seguito di più di 11 mila persone. Non parlo di followers, ma di persone con le loro storie. Madri e padri che si riconoscono in ciò che racconto, oppure persone diverse da me che “guidano” in maniera differente, ma che hanno voglia di interagire e trovano interessante quello che comunico.

In ordine sparso, a chi dedichi questo libro?

Lo dedico alla mia famiglia, perché è vero che “non ho la patente” ma è anche vero che ho avuto un “foglio rosa” invidiabile dai miei genitori. Mi hanno sempre fatto capire – e qui cito il film Moulin Rouge – che la cosa più importante “è amare e lasciarsi amare”. Ed è ciò che cerco di mettere in pratica nella vita e vorrei trasmettere nei post e nel libro.

Ovviamente lo dedico a mia moglie perché è lei la vera “guidatrice senza patente”, che mi ha spinto a togliere il freno e a aprirmi al nuovo. Poi lo dedico alla mia prima professoressa del liceo che mi ha fatto amare la letteratura e le arti.

Perché ci vuole ottimismo

Nel libro c’è tanto ottimismo. È veramente sempre così per te?

Io cerco di raccontare le cose belle, come le difficoltà. Forse l’ottimismo arriva perché mi piace approcciare gli aspetti difficili del vivere in maniera ironica. Preferisco uno sguardo tragicomico piuttosto che tragico. Io poi sono pieno di difetti e contraddizioni. L’ottimismo che provo a mettere nella scrittura serve in primis a me per cercare di vedere le cose in maniera positiva. Credo che questo sia già un primo passo per affrontare le difficoltà.

Quale consiglio daresti a un futuro giovane papà senza patente, come te?

Se ti trovi a un bivio, il consiglio è questo: buttati nella vita se pensi che sia la cosa giusta e non farti scoraggiare.

Faccio spesso la metafora della macchina… È come avere un’auto bellissima, una Ferrari, e tenerla nel box per paura che qualcuno la graffi. È vero che nel box l’auto è protetta, ma se non esci e non vai incontro a quei piccoli incidenti che sono la vita, ti perderai il meglio.

 

Foto 1: Giuliano Caponnetto; immagine 2: copertina di “Guida senza patente” edito da AUGH!

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