Come aiutare i propri figli ad avere un dialogo interno positivo? Abbiamo parlato con Manuela Raffeiner di MRC Training, Coach Professionista esperta nell’utilizzo delle tecniche del cambiamento della Programmazione Neuro-Linguistica, dell’importanza di aiutare i ragazzi adolescenti ad avere un dialogo interiore positivo.
Ognuno di noi ha la tendenza a parlare con se stesso nella propria mente (a volte anche ad alta voce). Questo dialogo interno o interiore è un meccanismo naturale e molto importante, poiché è in grado di influenzare il proprio stato d’animo, sia in positivo che in negativo.
Soprattutto durante il periodo dell’adolescenza questi commenti interni possono rivelarsi negativi e creare così una sofferenza emotiva. Più il dialogo interiore sarà positivo e costruttivo, più i ragazzi saranno in grado di affrontare i cambiamenti sia fisici che sociali che li stanno investendo. Riusciranno così a superare ostacoli e difficoltà con maggiore serenità, sviluppando una maggiore resilienza e rafforzando le proprie potenzialità.
Ora, per capire meglio la qualità di tale dialogo interiore, facciamo una lista dei tipi di pensiero negativi (i quali sono elencati ed analizzati in modo approfondito dalla PNL – Programmazione Neuro-Linguistica), raggruppandoli per categoria.
Indicano esigenze assolute e vengono espresse con frasi tipo: “Devo assolutamente aver quel nuovo telefono“, oppure “Devo per forza uscire questa sera”.
Quando pensano che se succederà un determinato evento sarà la cosa peggiore che gli possa capitare: “Se non vado alla festa di Sara, non mi parlerà più nessuno e verrò escluso dal gruppo”.
Questi pensieri indicano una bassa tolleranza nei confronti delle frustrazioni e vengono espressi con frasi tipo: “Non posso sopportare di prendere 5 in matematica” oppure “Non tollero più la prof di italiano”.
Tali pensieri possono esprimersi con frasi del tipo: “Ho preso 5 in storia, sono un fallimento totale” oppure “Ho sbagliato il tiro in porta, faccio schifo“.
Quando vengono spesso usati termini come: mai, sempre, tutti, nessuno. “Nessuno mi vuole bene“, “Ce l’hanno tutti con me“, “Devo sempre fare quello che vuoi tu”, “Non mi ascolti mai”, ecc..
Occorre aiutare i propri figli a sintonizzarsi col proprio dialogo interiore per imparare ad intercettare i pensieri negativi e modificarli di conseguenza. Mario Di Pietro ha individuato 5 fasi attraverso cui i genitori possono insegnare ai propri figli ad avere un dialogo interiore positivo.
Facciamo un esempio:
“Quando avevo la tua età mi agitavo anch’io prima di una interrogazione. Cominciavo a dire a me stesso che non ce l’avrei mai fatta ad imparare tutte quelle nozioni, che avrei fatto una figuraccia davanti a tutta la classe e che gli altri mi avrebbero poi preso in giro. Pensare tutte quelle cose mi faceva venire ancora più ansia e di conseguenza non riuscivo più a studiare. Tu cosa pensi quando ti trovi in questa stessa situazione?”
4. Dimostrare come pensare in modo positivo
Pronunciate spesso ad alta voce frasi del tipo: “E’ difficile ma ce la posso fare” oppure “Adesso ce la metto tutta e ci riprovo finché non ce l’avrò fatta”, ecc..
5. Riflettere insieme per correggere i pensieri negativi
Si possono fare insieme delle riflessioni per portare il/la ragazzo/a a porsi delle domande e mettere alla prova la veridicità di certi suoi pensieri. Ciò lo/a aiuterà a comprendere la falsità, l’illogicità o l’esagerazione di tali pensieri. Possiamo anche fargli degli esempi di come noi stessi riusciamo a modificare il nostro dialogo interiore e delle frasi che ci diciamo per auto-motivarci.
Il processo di cambiamento dei pensieri porta alla sostituzione dei pensieri negativi con pensieri nuovi e positivi. Il messaggio deve essere semplice, breve e formulato in termini positivi (senza usare negazioni). Per esempio: “Se rimango calmo e concentrato ce la posso fare” oppure “E’ fastidioso ma presto finirà” o ancora “Riuscirò a sopportarlo”, etc..
Ovviamente ci vuole un po’ di allenamento e le emozioni negative si continueranno a presentare perché sono normali e fanno parte della vita. Ciò che cambierà sarà il modo di affrontare le difficoltà e tali emozioni saranno meno intense e di conseguenza più gestibili, sviluppando così una forte intelligenza emotiva.
Come dice Richard Bandler, il padre fondatore della PNL (Programmazione Neuro-Linguistica):
“Se cambio come penso cambia come mi sento, di conseguenza cambia anche ciò che posso fare!”
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