GELOSIA TRA FRATELLI: COME GESTIRLA IN CASA!

Scritto da Valentina Di Bella il .

Gelosia tra fratelli: direi un argomento comune per tantissime famiglie. Vedremo oggi insieme all’educatrice familiare Valentina Di Bella di Genitori Migliori, come riuscire a gestirla tra le mura domestiche!

Il caos allegro di una famiglia più numerosa, la gioia delle feste con diversi bambini: qual è l’altra faccia di un’immagine così poetica? Certamente la gelosia tra fratelli!

Fratelli: sogno o incubo?

Se il sogno di offrire un “compagno per la vita” al figlio unico, accarezza la mente di tanti genitori di oggi, il timore di osservare la gelosia tra fratelli rallenta la ricerca di un secondogenito. Soprattutto quando il temperamento del primo figlio risulta essere vivace, i genitori prendono del tempo per cercare un altro bambino. Mamma e papà presagiscono crisi e regressioni che, tuttavia, non sempre si verificano. O quantomeno, non nell’immediato. Perché? Perché le relazioni familiari che vengono modificate dall’arrivo di un nuovo figlio si riconfigurano in maniera inedita e non predeterminata.

fratelli gelosi

Gelosia tra fratelli: una dinamica complessa

La letteratura psicologica descrive la gelosia tra fratelli come una dinamica complessa, caratterizzata da ambivalenze affettive, paure, desideri dei piccoli. L’esperienza accanto ai bambini, inoltre, fa emergere come i vissuti di gelosia non riguardino necessariamente il figlio maggiore, ma talvolta il secondo o il terzogenito.
Questo articolo vuole aiutare a orientarti meglio nel complesso mondo delle relazioni fraterne e, soprattutto, a trovare spunti e chiavi di lettura nuovi nella vita quotidiana con i tuoi bambini. Per farlo, ti offrirò come sempre qualche strategia educativa pratica e qualche riferimento teorico semplice, ma opportuno per schiarirci le idee. Ecco perché oggi cominceremo proprio dal concetto di “ambivalenza affettiva”, utile a comprendere la complessità dei sentimenti che i tuoi figli sperimentano.

Gelosia tra fratelli e ambivalenza affettiva: tutte le sfumature dell’amore tra i piccoli

Ti è mai successo di assistere ad una manifestazione di protezione, una coccola, un’azione difensiva tra fratelli? Magari proprio di fronte ad un tuo rimprovero, la sorellina “gelosa” si inserisce in tutela dell’altro? Uno psicologo dell’età evolutiva spiegherebbe quanto accade nei termini dell’ambivalenza affettiva che spesso caratterizza i rapporti. Con questa espressione, gli esperti alludono alla compresenza di emozioni intense e di significato opposto verso lo stesso soggetto. Ecco che la più infinita tenerezza e la più temibile avversione si mescolano all’interno della relazione tra i tuoi bambini. A cosa serve conoscere questo fenomeno?

Gelosia tra fratelli
Photo by Patty Brito on Unsplash

Serve a farti fare un bel sospiro di sollievo, mamma. A ridimensionare la difficoltà che osservi nei bimbi, papà! Perché se è vero che la gelosia tra fratelli rappresenta un ostacolo alla serenità familiare, occorre saper vedere che non è la sola dimensione attiva tra di loro!

La gelosia del fratello maggiore

È la forma più frequente, quella che sorge quando dopo due, tre, quattro anni da figlio unico o da figlio più piccolo, mamma e papà annunciano l’arrivo di un bebè. Si osserva come i vissuti di gelosia siano tanto più frequenti quando la differenza di età tra fratelli diminuisce. Più la distanza anagrafica si amplia e più la tendenza è quella di assumere atteggiamenti di protezione e cura verso chi arriva dopo. Nelle consulenze educative in cui il figlio maggiore ha tra i due e i quattro anni, i genitori raccontano spesso di episodi di rifiuto del nuovo arrivato oppure di ostentata indifferenza. Ancora, le famiglie riscontrano comportamenti meno autonomi, richieste di continue attenzioni. La gelosia tra fratelli, talvolta si esprime attraverso comportamenti di pretesa o rabbia.  Tutti questi eventi sollecitano il senso di colpa e di impotenza della neomamma e del neopapá.

Come gestire queste situazioni?

Anzitutto differenziando l’intervento a seconda del comportamento che emerge. La gelosia tra fratelli si esprime attraverso crisi e prese di posizioni improvvise? Ricorda che coerenza ed equilibrio sono tanto più importanti quando il cuore del tuo piccolo vacilla. Cedere ad ogni sua manifestazione non interromperà l’escalation di richieste, né aiuterà il piccolo a placare le sue insicurezze. Mantieni le regole che hai sempre avuto, con dolce fermezza. Piuttosto, lavora sulla prevenzione, quindi sulla creazione di momenti ad hoc per voi, di distensione e di piacevole complicità.

Come costruire in modo efficace questa strategia?

Il segreto consiste nell’attivare questi momenti di qualità lontano dalle occasioni di crisi e pretesa. Ricorda che è sufficiente un quarto d’ora al giorno per invertire la rotta e migliorare la situazione. L’obiettivo educativo da porsi, infatti, é anticipare la richiesta di attenzione del piccolo e scongiurare il rischio che egli associ l’ottenimento della tua attenzione esclusiva alla pretesa.

E se la gelosia si esprimesse attraverso atteggiamenti di minore autonomia da parte del bimbo più grande?

In questi casi, la parola d’ordine è MEDIAZIONE. Significa che a fronte dell’enorme cambiamento che il tuo primogenito sta vivendo, a volte accoglieremo il suo fisiologico bisogno di sentirsi ancora piccolo. Accetteremo di aiutarlo per svolgere alcune routine acquisite. Altre volte, invece, declineremo la richiesta, avendo cura di offrire comunque, sempre, una comunicazione calda, presente. Talvolta anche ironica, perché no! In queste occasioni, piuttosto che dire “Ma ormai sei grande, non ti posso vestire io!” potremmo ad esempio rispondere

“hmmm, la mamma non ricorda mica come si mette questa maglietta… ah, sí, forse si infilava da questa gambetta qui!”

L’errore clamoroso, la liberazione di endorfine provocata dalla risata, hanno il pregio di stemperare il clima. Così facendo, ridimensioni la richiesta e predisponi l’animo del bambino alla collaborazione.

Gelosia tra fratelli: altri stratagemmi da utilizzare…

Ancora, quando il bambino ingelosito mostrasse il suo malessere attraverso una richiesta di aiuto superflua, piuttosto che negarla, puoi definire il tuo supporto circoscrivendolo con qualcosa come:

“Facciamo così: tu infili la giacca e la mamma l’abbottona…”

Come puoi intuire in questo esempio molto semplice, l’idea di fondo é non far sentire il bambino inadeguato, né ridicolo e soddisfare il suo bisogno attraverso modalità di aiuto parziali, ma accoglienti.

Un altro stratagemma educativo per colmare i dubbi e le incertezze di un figlio divenuto da poco il più grande, può esser quella di lasciare che senta apprezzamenti e affetto che abbiamo per lui, mentre conversiamo con qualcun altro.
Ovviamente, affinché l’azione sia di successo è necessario sia autenticamente provata e posta in modo apparentemente casuale. I bambini, infatti, a partire dai 18 mesi circa, riescono a cogliere la contraddizione tra messaggio verbale e non verbale. L’attenzione alla comunicazione, quindi, deve esser accurata affinché sia funzionale e di rassicurazione della sua emotività.

E quando la gelosia tra fratelli si traduce in stizza vera e propria verso il più piccolo?

In queste evenienze, mentre attendiamo che il tempo sostenga la costruzione dei nuovi equilibri familiari, interveniamo in modo strategico. Non basterà dire che saremo a disposizione non appena avremo provveduto al bebè: servirà anzitutto empatizzare con il bambino più grande, con la fatica che prova ogni volta che chiediamo di attendere. Qualcosa come:

“Eh già… hai proprio ragione, amore. La mamma ti chiede sempre di aspettare che il fratellino/la sorellina si sia addormentato/ta per poterci ascoltare e stare un po’ insieme. Uff…serve proprio pazienza ora! Pian piano crescerà e sarà più facile!”

Rispecchiare la fatica emotiva del bambino, costretto di continuo a rimandare o attendere, centra due obiettivi educativi:

  1. Conferma al bambino l’affetto e la comprensione che abbiamo;
  2. Facilita la verbalizzazione delle sue emozioni, limitando il rischio che si traducano in azioni di rabbia.

L’immaturità cerebrale dei bambini, infatti, fa sì che abbiano la predisposizione ad agire le emozioni ancor prima di averle realizzate in quanto tali.

La gelosia del fratello minore

La gelosia tra fratelli, sebbene in occasioni meno frequenti, può riguardare anche i bambini più piccoli. Solitamente essa si esprime attraverso un’importante richiesta di attenzioni e di accesso alla mamma, che fatica a trovare delle strategie di intervento, proprio perché le richieste provengono dal figlio minore.

E quando il fratellino o la sorellina minore esige, tocca o vuole il giocattolo preferito dell’altro?

Avremo cura di tutelare gli oggetti prediletti di ogni bambino, quindi anche del fratellino maggiore. Il tradizionale retaggio educativo vuole che in nome della condivisione, tutti i giocattoli debbano essere di proprietà comune, specie se richiesti dal figlio più piccolo. In realtà, definire quali oggetti siano condivisibili e quali utilizzabili in modo esclusivo, insegna il rispetto dell’altro e fa sentire tutti i tuoi bambini tutelati nella loro individualità.

Gelosia del fratello minore espressa come attaccamento fisico

Durante le consulenze educative, le famiglie descrivono la gelosia del figlio minore come una manifestazione continua di attaccamento e prossimità fisica. Anche in questo caso, affinché il bambino possa sostenere il cambiamento e passare ad una modalità via via più autonoma, è fondamentale traghettarlo in modo sicuro, ma dolce. Anziché negare la possibilità di andare a letto in braccio, ad esempio, può esser utile insegnare altre modalità per star insieme:

“Alla mamma fa male la schiena per prenderti, ma sai che possiamo fare? Andiamo in camera mano nella mano e ci diamo un grande abbraccio quando siamo arrivati!”

Prevedere diversi passaggi intermedi, rispondere al bisogno affettivo senza subire le richieste, ma orientandole, è un approccio sempre vincente con i piccoli. Così facendo gettiamo le basi per l’autonomia, senza mai rinunciare ai bisogni affettivi.

Gelosia tra fratelli: come costruire la relazione tra di loro

Sebbene la costruzione di una relazione di complicità richieda tempo, ci sono alcuni interventi che possono facilitare o ostacolare il suo sviluppo.

Al di là delle caratteristiche diverse di ogni famiglia, quali sono gli accorgimenti sempre validi?

  • Evitare i paragoni è sempre una buona idea: i bambini restano due individualità a sé stanti, spesso diverse.
  • Cercare di stimolare un comportamento virtuoso richiamando quello di un’altra persona, non fa piacere agli adulti, figurarsi ai bambini. Gli spontanei “Guarda tua sorella, perché non fai così anche tu?” sollecitano sentimenti di frustrazione e gelosia.
  • E quando litigano? Contrariamente al diffuso “lascia che facciano da sé”, occorre guidare i bambini affinché imparino a gestire i conflitti. Per farlo, ti suggerisco di agire in modo contro intuitivo: anziché intervenire in “rimprovero” di chi ha commesso il torto, rivolgiti anzitutto a quest’ultimo, descrivendo il processo a cui hai assistito:

“Le hai preso la bambola perché volevi usarla tu? Ok, ma adesso ci sta giocando tua sorella. Quando avrà finito, non preoccuparti che la prenderai tu. Ora, però, rendiamola a tua sorella. Ecco, tesoro, questa la stavi usando tu”.

Attraverso questo intervento educativo, ottieni diversi vantaggi:

  1. Resti sul processo, ovvero aiuti i bambini a comprendere cosa sta accadendo
  2. Accogli i bisogni di entrambi, ma fornisci un tempo, un ritmo, al loro soddisfacimento.
    Rivolgersi prima di tutto al bambino che ha compiuto il torto, significa agire anzitutto sull’origine, sulla miccia da cui è nata la lite.

E tu, come gestisci la gelosia tra fratelli?
Raccontaci le tue strategie educative e se hai ritrovato qualcosa che mettevi già in pratica!

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