
I CAPRICCI DEI BAMBINI IN ETÀ SCOLARE: COSA SONO E COME AFFRONTARLI
I capricci dei bambini in età scolare? Si avete sentito bene! L’incubo non è ancora finito! Oggi Valentina Di Bella, educatrice familiare di Genitori Migliori, ci spiega come far fronte a determinati comportanti.
Crisi, urla, rifiuti e negazioni frequenti. I cosiddetti “capricci dei bambini” vengono associati ad una serie di comportamenti intensi per il piccolo e di difficile gestione per l’adulto. Si tratta di dinamiche tipiche di alcune fasi di crescita, che possono diventare note e affrontabili con efficacia da mamma e papà. Ricordi il precedente articolo inerente il periodo dei Terribile two’s? Ci soffermavamo sui capricci dei bambini che, a partire dai diciotto/ventiquattro mesi circa, si riconducono al bisogno evolutivo di affermare la propria autonomia e identità.

I capricci dei bambini in un’altra fase di crescita
Superato questo step di crescita, però, potremmo assistere ad un fenomeno interessante: una nuova, diffusa serie di pianti e piedini puntati, a partire dai 6 anni, circa. I capricci dei bambini, a questo punto, potrebbero venire fraintesi e farti sprofondare nell’idea di una tua carenza educativa. Ancora una volta, invece, mi piacerebbe condividere con te una possibile chiave di lettura alternativa, che ti permetta di cogliere la specificità dei capricci dei bambini a questa età e le strategie di intervento attuabili nel quotidiano. Prima di tutto, però, facciamo chiarezza ed esploriamo assieme le caratteristiche e i comportamenti di un bambino in età scolare.

I capricci dei bambini come risposta a richieste di aiuto
Che si parli di sei, sette o otto anni, poco cambia. Esiste un denominatore comune che caratterizza queste fasi e le accomuna tutte: l’aumento delle aspettative adulte nei riguardi dei più piccoli.
A seguito dell’inserimento presso la scuola primaria, infatti, i confini del mondo sociale del bambino si ampliano e i suoi riferimenti adulti parimenti. La dimensione familiare della scuola d’infanzia è sostituita dalla scoperta della didattica e dei compiti. Il tempo del gioco e dell’attività ludica non vengono più interpretati liberamente dal bambino, ma si riconducono a momenti prestabiliti e cadenzati. Una cornice strutturata di routines e regole, una modificazione sensibile di richieste e doveri che, non sempre si realizza in modo fluido per tutti i bambini. Alcuni di essi potrebbero riportare la frustrazione sia in ambito familiare, che scolastico, attraverso atteggiamenti di ribellione ed oppositivitá. Altri, per inclinazione personale e temperamento, potrebbero far emergere la rabbia solo a casa, proprio perché in un contesto protetto e meglio conosciuto.
Ma perché accade tutto questo?
Succede a causa di un frequente fraintendimento educativo inerente i capricci dei bambini in età scolare: l’idea per la quale l’ingresso alla primaria segni la maturazione infantile di un nuovo modo di approcciare alla realtà, fatto di razionalità e logica. Pensa a quante volte hai sentito le frasi “Hai fatto solo il tuo dovere”, oppure “Prima devi completare il tuo impegno”….Ricordi quanta frustrazione suscitavano in te da piccolo? Sono espressioni pronunciate in buona fede, ispirate dall’idea che, in modo spontaneo, un bambino acquisti il famoso “senso di responsabilità”. Invece, possiamo affermare che alcune crisi improvvise e dirompenti possono sorgere proprio come risposta alle crescenti richieste esterne e impegni, che non si sposano con il linguaggio emotivo e irrazionale, tipico ancora dell’età scolare. Alcuni bambini potrebbero essere in grado di verbalizzare queste difficoltà, nominarle; altri, invece, potrebbero esprimerle proprio attraverso comportamenti critici e di ostilità. In entrambe le eventualità, non disperare.
Abbi cura di due aspetti fondamentali:
1) Crea una combinazione equilibrata tra momenti strutturati e non, in cui tuo figlio possa dedicarsi in modo spontaneo a quanto lo coinvolge. A tal proposito, ricorda che le attività extra-scolastiche, seppur scelte dal piccolo, spesso sono concepite come un ulteriore impegno, di cui si perde il valore ludico e quindi il divertimento.
2) Proponi una routine deputata allo svolgimento di tutte quelle azioni considerate noiose o meno piacevoli: che si tratti di compiti, della doccia o dello spegnimento della TV, ricorda che un bambino, per sua natura, é più disponibile laddove possa presagire cosa accadrà a breve. La ripetitività, in questo caso, è dalla tua parte e dev’essere coltivata fin dalla più tenera età.
Un secondo fenomeno a cui si associano i capricci dei bambini in età scolare, infatti, é quello per cui le regole vengano introdotte proprio a partire da questa fase di crescita. Vediamo insieme cosa succede in questa eventualità.
I capricci dei bambini come risposta ad uno stile educativo nuovo e inatteso
Ricordi lo svezzamento del tuo bambino? Si è trattato di un processo graduale, che gli ha permesso di assaporare e poi digerire alimenti di crescente complessità. Ebbene, quando parliamo di regole familiari, non è poi tanto differente. Laddove il tuo stile educativo sia sempre stato ispirato dall’idea che “finché é piccolo non capisce”, i capricci aumentano non appena viene introdotto un approccio diverso. Per questo, é consigliabile costruire fin dalla prima infanzia un sistema educativo fatto di poche regole, ma coerenti e tutelanti della sicurezza del piccolo e dell’ambiente.
Come proporre le regole familiari

Io suggerisco sempre ai genitori di avere una specifica attenzione a come le norme vengono proposte. Una modalità sintetica, affermativa, che utilizzi forme impersonali:
” La strada si attraversa tenendo la mano alla mamma…”
ha il pregio di ridimensionare la resistenza del bambino e non ridurre tutto ad un “braccio di ferro”. Le prime esperienze legate al “no” adulto, pronunciato in modo autorevole e non autoritario, hanno infatti un valore inestimabile. Perché? Perché permettono al bambino di allenare la sua tolleranza alla frustrazione e gli comunicano che sí, può sopravvivervi. Vien da sé che per un processo fisiologico, il piccolo proverà a modificare la realtà, riportare il genitore sul tracciato dei suoi desideri.
Per farlo, userà tutti i repertori comunicativi e relazionali di cui dispone: la richiesta, la supplica, poi il pianto, la rabbia, la ribellione. Una vera e propria escalation di comportamenti e tentativi. Tanto più frequenti laddove il bimbo si stia misurando con i limiti adulti per le prime volte e sia in età scolare. Pensa a tutte quelle occasioni in cui hai sentito parlare di atteggiamenti infantili ribelli, sfidanti, dove la mancanza di confini educativi è tale da generare vere e proprie scenate, tanto più gravi in pubblico e fuori casa…
Come intervenire quando i capricci dei bambini esplodono
Come intervenire quando i capricci dei bambini esplodono perché i piccoli, non abituati all’influenza educativa adulta, si oppongono a qualsivoglia tentativo di invertire la rotta? Potrei proporti un intero e dettagliato percorso formativo sul tema, ma mi limiterò ad offrirti alcune azioni che puoi attuare fin da subito per migliorare la situazione e non inciampare sempre negli stessi tranelli!
1) Segui la filosofia dello “svezzamento”
Introducendo un numero limitato e progressivo di regole o indicazioni legate alla disciplina. Occorre infatti, come ti dicevo, che il livello di frustrazione di tuo figlio sia sostenibile per lui. Per questo, diffida della logica del “ormai sei grande”: la maturazione emotiva del tuo bambino non é un processo automatico, attivato in virtù dell’età, ma, piuttosto, in base ad un lavoro educativo costante. Ecco perché persino un ragazzino di 12 anni potrebbe adottare la modalità dei capricci dei bambini, richiedendoci di fare un piccolo passo indietro nella sua crescita per aiutarlo a farne dieci in avanti.
2) Evita di ignorare tuo figlio
La tecnica dell’evitamento é un evergreen dell’educazione, uno di quei consigli che tutti abbiamo sentito almeno una volta nella vita. Viene suggerito soprattutto laddove il figliolo abbia adottato modalità sfidanti o rabbiose. In base alla mia esperienza professionale ed umana, tuttavia, definirei quest’azione una vera e propria trappola della relazione tra genitore e figlio. Nelle consulenze educative genitoriali, coatruiamo modalità affinché venga ignorato il capriccio, ma mai il bambino. Ignorare tuo figlio ti espone, infatti, a due rischi fondamentali:
La perdita di fiducia nel tuo ruolo.
L’affidabilità di mamma e papà viene considerata dai figli proprio a partire dalle gestione delle criticità. Ignorare non è una buona idea perché chiude la comunicazione e spinge il bambino a sentirsi non capito o isolato. Questo atteggiamento, inoltre, ostacola l’acquisizione della competenza di scusarsi e, diversamente a quanto si pensi, quella di rivedere i propri errori.
L’intensificazione della crisi.
Il bambino, specie raggiunta una certa età, potrebbe esasperare le sue manifestazioni per costringere il genitore a smettere di ignorarlo. In queste circostanze si assiste ad una brusca escalation di comportamenti: arrabbiato e preso dal suo fisiologico bisogno di attenzione, il bambino “alza il tiro”. Se i pianti non servono e le urla sono inutili, il piccolo può provare a danneggiare sé stesso o gli altri solo per ottenere una reazione nuova da parte del genitore. Spesso si tratta di un’altra forma sotto cui è celata una vera e propria lotta di potere. L’urgenza di garantire la sicurezza, tuttavia, rende irrinunciabile il tuo intervento e dimostra come ignorare i capricci dei bambini sia un intervento controproducente anche da questo punto di vista.
3) Elimina “il pubblico”, se presente.
Facci caso: esistono situazioni critiche che degenerano proprio in occasione della presenza di altri. Non importa si tratti dei nonni (che poi magari intervengono anche!) o dello sguardo silenzioso di passanti giudicanti: si tratta sempre di un elemento terzo, che complica, suo malgrado, la situazione. La tua percezione dell’altro, infatti, smuove la tua emotività, i pensieri, il desiderio di fermare immediatamente quanto sta accadendo. Distrae dall’intervento che vorresti portare avanti e ti allontana dalla sintonizzazione di cui tuo figlio necessita in quel momento.
Il bambino, creatura sensibile e sensitiva, avverte tutto questo e nutre il suo bisogno di attenzione anche attraverso la presenza degli altri, perdendo il focus di quanto stai provando a comunicare. Soprattutto in occasione dei primi interventi educativi legati ai capricci dei bambini, hai bisogno di una forte centratura, che ti sarà più facile conquistare laddove, tu possa avvicinare il tuo bambino e accompagnarlo a gestire insieme il momento lontano da occhi indiscreti. Ti suggerisco di adottare modalità opposte alla sua di quel momento: tono neutro, assertivo, che indichi di prendervi uno spazio vostro, un poco più in là. Fatto questo passaggio, sarà più facile un confronto autentico, in cui tu possa rispecchiare quanto il bambino ti sta dicendo (accogliendo la sua frustrazione, legittimando ciò che prova, ma non le modalità) e contenerlo.
Le motivazioni più diffuse ai capricci dei bambini in età scolare, però, non sono terminate. Ve ne è un’altra più sottile, spesso confusa dai genitori… vediamo insieme qual è!
I capricci dei bambini come richiesta di attenzione
Avrai sentito parlare della richiesta di attenzione dei bambini o, ancor più facilmente, ne sarai stato travolto qualche volta. È un bisogno del bambino di esser guardato, riconosciuto, incluso come partecipante attivo della comunicazione e della quotidianità insieme. É un’esigenza fisiologica di bambini e ragazzi, che per mezzo di tali attenzioni definiscono la loro identità e nutrono la loro autostima. Questa fame di sguardi di cui necessitano i piccoli, corrisponde ad un bisogno talmente irrinunciabile, che qualora non venga percepito come soddisfatto viene espresso in modo sempre più intenso. Ciò che è rilevante, ancora una volta, non è la realtà effettiva, quanto quella percepita dal piccolo.
Alcuni capricci dei bambini trovano alla propria origine proprio questa possibilità. Ogni occasione diventa motivo di crisi, che spiazzano il genitore soprattutto quando si è prodigato per organizzare un pomeriggio a misura del figlio, acquistare un pensiero per lui, etc. Quando si è di fronte a questa tipologia di comportamento, è opportuno chiedersi se vi siano stati recenti fatti o cambiamenti tali da minare la sicurezza del piccolo. Un trasferimento, una perdita importante, una routine diversa, una novità: questi sono solo esempi che possono generare difficoltà, che rientrano attraverso un intervento educativo consapevole.
Qual è la strategia vincente?
Capricci dei bambini: attenzione e esclusività
1) Prevedere momenti di attenzione esclusiva gratuita. Se il gioco non fosse un’attività alla quale ami dedicarti, non importa. Sarà sufficiente interessarti autenticamente al bambino, al gioco che sta conducendo, allo sport che ama guardare. Fai delle domande, lascia ti coinvolga nel suo mondo. E se hai poco tempo a disposizione, ricorda che poco e costante è più efficace di prolungato, ma raro. Per nutrire la relazione ti bastano davvero 10 minuti al giorno… provare per credere!
Perché questa strategia funziona?
Perché soddisfa il bisogno di attenzione del bambino prima che si manifesti in modo non funzionale, ossia attraverso le richieste di attenzioni negative.
I capricci dei bambini: crea rituali
2) Crea dei rituali. La cioccolata calda sul divano davanti al film, la fiaba prima di dormire, la colazione speciale la domenica. Scaldare la quotidianità ti permette di favorire la relazione senza essere colto dal senso di colpa di non aver proposto continue gite, uscite, etc. Restare nella semplicità, ma comunque nella possibilità di pregustare momenti felici, tra l’altro, aiuta il piccolo a non entrare in meccanismi di continua richiesta o incapacità di “annoiarsi”. Quest’ultimo fattore, difatti, è anch’esso talvolta generativo di frustrazione e manifestazione di comportamenti critici.
Trova soluzione o-costruite
3) Trova soluzioni co-costruite. Potrà capitarti di osservare che la maggior parte dei momenti difficili, sono ricorsivi. Spesso i capricci dei bambini in età scolare si associano a specifiche dinamiche, che sono sempre le stesse. Forse la crisi scoppia per i compiti o perché tua figlia esige di scendere in cortile con gli amichetti in cortile; magari ciò che scatena il tutto è il riordino dei giochi o la doccia.
Momenti di scontro che danno il via a capricci? Fai una “lista delle soluzioni”
Ebbene, se hai individuato il tema cruciale dello scontro, il mio suggerimento è quello della “lista delle soluzioni”. Si tratta di scegliere un momento disteso, lontano dalla tensione, in cui dire a tuo figlio: “Beh, ho notato che discutiamo sempre per la stessa cosa. Ogni volta che devi far i compiti, ci arrabbiamo e mi dispiace molto! Che ne pensi se trovassimo insieme un modo per risolvere?” Muniti di carta e penna, si annotano tutte le soluzioni trovate dal piccolo, anche le più ingegnose o impraticabili. Terminata questa fase, le stesse si vagliano fino ad identificarne una, approvata dal genitore, che ha il pregio di non venire più percepita come imposta, ma co-definita. Non solo: questa strategia ha il vantaggio di allenare la capacità di problem solving del tuo bambino, lo coinvolge nello sforzo di portare un contributo, cooperare e percepirsi come un alleato. Prova e fammi sapere!
Se sei arrivato fin qui a leggere, avrai finalmente capito il vero motivo per cui, in realtà, parlare di “capricci dei bambini” è un’espressione impropria. Ogni forma di crisi, pianto o ostilità infantile cela infatti un bisogno specifico, che di volta in volta può esser messo in luce solo attraverso una buona osservazione. I comportamenti sono vere e proprie forme di comunicazione, che spesso si sostituiscono a quella verbale e devono esser decifrati. E tu che strategie metti in atto per affrontare queste dinamiche? Raccontaci la tua esperienza e qual è l’azione educativa che ti aiuta di più a ri-sintonizzarti con il tuo bambino!

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Per anni ho varcato le soglie dei più diversi servizi educativi di Milano e nel mio viaggio ho appreso tanto dalla “scuola” più formativa di tutte, l’esperienza umana. Nessun percorso di crescita può essere armonioso senza il sostegno consapevole di mamma e papà. Nasce così il servizio Genitori Migliori, che vuole rendere giustizia alle famiglie, riconoscendole come prime vere guide dei figli, dotandole di strumenti pratici, spendibili nel quotidiano.
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