
COME ALLATTARE AL SENO UN NEONATO: LA PRIMA VOLTA…
Come allattare al seno un neonato: quando si tratta del primo figlio ci sono molte cose da sapere per evitare di trasformare un momento magico in un problema. Ne parliamo con l’Ostetrica Chiara De Pasquale.
Ricordi la prima volta che hai attaccato il tuo bambino al seno? Che ricordo hai di quel momento? Il primo attacco al seno dovrebbe essere un momento in cui mamma, papà e bebè appena nato possono godere di un ambiente tranquillo e totalmente a loro disposizione. Un ambiente in cui gli “ormoni del relax” possono agire indisturbati. Questo è molto importante perché gli ormoni, che entrano in gioco sono gli stessi che contribuiscono alla formazione e alla fuoriuscita del latte materno. Vediamo quindi come allattare al seno per la prima volta un neonato.
Allattare al seno un neonato: cosa succede spesso…
Molto spesso invece che succede? Ci sono vari scenari:
- Nella migliore delle ipotesi
L’attacco al seno avviene nella prima ora dopo il parto, come raccomandato dalle Linee Guida OMS.
Potrebbe però succedere quando ci sono ancora nella stanza diversi operatori. O al contrario, mentre la donna viene sottoposta alla sutura del danno perineale che ha avuto. Queste sono tutte situazioni che attivano gli ormoni dello stress, andando ad interferire con il primissimo input di produzione del latte.
- Nei casi peggiori
Il bambino viene allontanato dalla mamma, per un periodo più o meno breve. Nel momento del primo attacco al seno sarebbe ancora più importante la presenza di un professionista. A volte invece l’operatore non assiste adeguatamente la diade e consiglia subito altri dispositivi, per stimolare il seno al posto del bambino (es. tiralatte). Chiunque potrebbe capire che un dispositivo di plastica non sarà mai uguale al proprio bambino nel delicato e perfetto processo ormonale di avvio dell’allattamento al seno. Perciò ecco altre interferenze. Poi le famiglie tornano a casa, la montata lattea non arriva e sentiamo molte mamme dire: “Non ho potuto allattare perché non avevo latte”. Oppure la montata arriva, ma il nostro bambino non si è mai attaccato adeguatamente al seno e farà fatica a svuotarlo, con possibili rischi di complicanze al seno, che rimane pieno di latte (ingorghi e ingorghi trascurati, ovvero mastiti).
Ma come e quando si inizia a formare il latte? E perché è così importante il primo attacco al seno?

Il primo segnale che viene inviato al nostro cervello per produrre la prolattina, ormone che ordina alle ghiandole del nostro seno di produrre il latte, scatta nel momento in cui la placenta si stacca dalla parete uterina e fuoriesce all’esterno. Portando il nostro bambino a contatto con il capezzolo e il seno, gli stimoli tattili e di suzione attivano la produzione di ossitocina, ormone che contrae le fasce muscolari presenti tra le ghiandole piene di latte e le spreme, facendo fuoriuscire il latte. Quando il latte esce la prolattina si attiva nuovamente, “preparando il latte” per la poppata successiva. Più si domanda al seno, più lui produrrà. Meno si domanda meno produrrà. Questa è la regola d’oro da tenere ben presente. Ovviamente se stimoleremo il seno in modo adeguato, produrrà una quantità di latte maggiore.
Allattare al seno per la prima volta: cosa bisogna sapere!
Da questo meccanismo si capiscono due cose fondamentali sul primo attacco al seno:
- Prima avviene, meglio è. A patto che ci siano le condizioni di un ambiente favorevole. Se queste condizioni non ci sono, rimandalo appena possibile. Anche un primo attacco svolto dopo diverse ore, ma adeguato, sarà efficace per l’avvio dell’allattamento al seno.
- Dovrebbe sempre essere svolto in presenza di un operatore professionista che non disturba, ma osserva e supporta se necessario, informando ed aiutando nella pratica mamma e papà, per un attacco al seno consapevole. Questo secondo punto vale anche per il secondo, il terzo, il quarto attacco…
Quando gli operatori di turno in ospedale ti danno consigli diversi…
Tante mamme mi hanno raccontato che ogni ostetrica in turno all’ospedale dava consigli e opinioni diverse sull’attacco, creando dubbi e confusione. Questo non dovrebbe mai succedere. In questi casi essere già informate in gravidanza ed avere perciò una buona consapevolezza teorica circa l’allattamento e l’attacco al seno può fare la differenza. L’importanza del primo attacco e di quelli successivi è fondamentale anche per la prevenzione e la riduzione di problematiche al capezzolo, come irritazioni e ragadi.
Allattare al seno un neonato: cosa dobbiamo sapere

Bisogna sapere che:
- Fisiologicamente, i primi due o tre giorni dopo la nascita, dal seno esce un latte trasparente in piccole quantità, chiamato colostro. Questo indipendentemente da quanto stimoli il seno.
- Il lavoro di stimolazione del seno, di cui abbiamo parlato finora, serve invece per far sì che arrivi la montata lattea.
- I primi due o tre giorni dopo il parto, lo stomaco del nostro bimbo è grande come una ciliegia. Hai presente una ciliegia? Quanto latte può starci in una ciliegia? Proprio le poche gocce di colostro che produci.
- Questa sostanza, chiamata colostro, possiede tutte le proprietà nutritive perfette per il neonato in quel momento.
- Le Linee Guida dicono che il calo del peso è fisiologico fino al 10% del peso alla nascita. In molti ospedali con un calo del peso al 7% già si interviene dando aggiunte molto pesanti ai neonati, interferendo così con l’avvio dell’allattamento. Infatti, il neonato dormirà profondamente stimolando meno il seno.
- Se durante i primi due o tre giorni il seno verrà stimolato spesso (non con una frequenza minore a ogni due ore), dal secondo giorno fino al massimo ad una settimana dopo il parto arriverà la montata lattea.
- La montata lattea è quel momento in cui vedrai uscire latte più bianco e opaco, non più giallo/trasparente come il colostro. Inoltre, sarà presente in maggior quantità e potrai sentire il seno pieno, duro e caldo. Tutto questo è normalissimo.
Allattare al seno: come evitare dotti bloccati, ingorghi o mastiti
La cosa più importante è attaccare il più possibile il tuo bambino al seno, per svuotarlo, provare sollievo e mandare il messaggio a tutto il sistema corporeo di produrre continuamente il latte. Può capitare che il tuo bimbo fatichi ad attaccarsi perché il seno è molto duro e teso.
Ecco cosa devi fare:
Per ammorbidire e svuotare il seno, puoi bagnare un fazzoletto di cotone con dell’acqua caldo/tiepida ed avvolgervi il seno, tenendolo così qualche minuto, oppure facendo scorrere dell’acqua sempre caldo/tiepida direttamente sul seno. Questo lo ammorbidirà e il tuo bambino si attaccherà più facilmente.
Allattare al seno un neonato per la prima volta: ecco cosa devi evitare
Soprattutto i primi giorni di montata lattea evita:
- Paracapezzoli.
- Stimolazione con Tiralatte.
- Reggiseni (specialmente quelli molto stretti e con ferretti).
- Magliette attillate e con materiali sintetici non traspiranti.
- Non tenere le dita sul tuo seno per sorreggerlo, rischierai di comprimere le ghiandole ed infiammarle. Piuttosto sposta il bambino in direzione del tuo seno, aiutandoti anche con dei cuscini di supporto.
Mangia sano e varia gli alimenti, ma soprattutto bevi molta acqua, almeno 2 litri e mezzo/3 al giorno!
E ricordati sempre di non provare la temperatura sotto l’ascella, vicino al seno caldo, lì non sarà attendibile. Preferisci zone come l’inguine.
Promemoria dei parametri da osservare per una poppata adeguata
Per concludere, ecco qui il riassunto promemoria dei parametri da osservare per una poppata al seno adeguata, fin dalla prima tetta!
N.1 Posizione
Corpo del bimbo ben rivolto verso la mamma e verso il seno
Corpo in linea (testa-spalla-anca su una stessa diagonale)
Ben sostenuto
Con il naso di fronte al capezzolo
N.2 Attacco
Mento che tocca il seno
Bocca ben aperta
Labbro inferiore estroflesso
Più areola visibile sopra che sotto la bocca
N.3 Suzione
Prima veloce e superficiale poi lenta e profonda (cambi di ritmo)
Guance piene e arrotondate, non infossate
Tutta la lingua occupata, no click
No dolore durante la poppata
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Sono un’ Ostetrica Libero Professionista e la mia attività si svolge soprattutto a domicilio e sul territorio, ma nell’ultimo periodo sempre più in modalità online, permettendomi di essere al fianco di un maggior numero di famiglie in tutte le regioni d’Italia e non solo!
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