Diventare mamma rimanendo donna: difficile? Un pò, ma comunque fondamentale per ogni donna che ha dato alla luce un bambino. Leggiamo cosa ne pensa a proposito Lisa Campolunghi.
Che strano titolo per un articolo “Diventare mamma rimanendo donna“. Per tante potrà sembrare scontato, per altre insensato, ma sono sicura che molte di voi sanno di cosa sto parlando. Lo so è un articolo diverso dal solito, non parleremo di moda e beauty o di Armocromia, ma di come una gravidanza e l’arrivo di un bambino possano stravolgere la vita e la quotidianità a cui eravamo abituate. Tante cose sono cambiate e tante altre cambieranno, ma sono pronta…e voi?
Se prima mi potevo concedere lunghi bagni rilassanti e serie televisive ora faccio la doccia in 5 minuti mentre canticchio canzoni dello Zecchino d’Oro. Negli ultimi 6 mesi credo di essere riuscita a leggere un libro ed aver visto forse una decina di film. Ora che ci penso non sono nemmeno sicura di quello che sta accadendo nel mondo. All’ora di cena Riccardo o fa monologhi con tanto di acuti o fa rumore sbattendo giochi e oggetti vari sul seggiolone.
Diventare mamma è davvero un’esperienza unica ed incredibile. Rimanere donna non è così scontato come si possa pensare. Le prime settimane sono state un turbinio di emozioni e una corsa continua ad una nuova routine. Dopo i primi mesi il corpo stava tornando come prima della gravidanza, ma la mente era cambiata così come i ritmi di vita e le giornate.
Io, povera illusa, credevo di avere tempo per scrivere, condividere post, sviluppare progetti e mantenermi attiva sui social. Ero anche convinta che un neonato avrebbe fatto lunghi pisolini ed io avrei potuto dedicarmi a nuovi progetti. Non ridete di me…ci credevo davvero. Riccardo non dorme, fa micro sonni da 30 minuti – penso abbia un timer o qualcosa di simile – per farlo addormentare ci impiego mediamente una ventina di minuti e per farlo stancare passiamo da un gioco all’altro, da un balletto ad una corsa – o meglio io corro e saltello mentre inseguo il cane (che a sua volta vuole giocare con la pallina) – e lui in braccio ride di gusto, da un libro ad una nuova canzone.
E’ un bambino curioso, molto curioso. Sempre attento a quello che succede intorno a lui. Vuole guardare, osservare, scoprire. Richiede attenzioni anche quando l’unica cosa che vorrei fare è sedermi sul divano e sorseggiare un tè. Ma sapete cosa vi dico…perché non farlo? Perché dopo essere diventata mamma dovrei rinunciare a piccoli momenti di piacere?
Passate le prime settimane di assesto ho capito una cosa molto importante. Non posso non continuare a volermi bene, non posso azzerarmi e soprattutto non voglio. Ho bisogno di continuare a prendermi cura di me stessa e di dedicarmi del tempo. La nostra nuova routine giornaliera è sempre un po’ frenetica, ma in quella serale mi prendo il mio tempo. Quando il papà torna gioca con lui e lo tiene impegnato così che io possa farmi una doccia, scrivere o leggere qualche pagina di un libro.
Siamo una squadra, oltre che una famiglia, e pertanto è richiesto il gioco di tutti. Ho amiche che mi dicono che sono fortunata perché ho un marito che in casa è in grado di fare tutto, incluso cambiare pannolini e preparare il brodo per le pappe. Forse sbaglio, ma non è fortuna. È un lavoro continuo fatto di alti e bassi, ma necessario per mantenere tutto in perfetto equilibrio. Sappiamo alternarci in tutto e trovo che sia indispensabile poterlo fare. Lui si prende i suoi momenti di svago e di relax ed io mi concedo i miei.
Riccardo ha nonni, zii e amici di famiglia che lo adorano e che vorrebbero trascorrere del tempo con lui. Inizialmente ero un po’ scettica a lasciarlo così piccolo a qualcuno. Mi sentivo una “cattiva mamma” anche solo per aver pensato di aver bisogno di un momento tutto mio. Avevo, inoltre, timore che volessero stare con lui per aiutare me ed io detesto pesare sugli altri. Poi ho capito che stavo sbagliando tutto. Per loro non era un “peso”, ma un vero e proprio piacere condividere momenti con il loro nipotino ed io non potevo sentirmi inadeguata perché non stavo con lui 24 ore su 24.
Ho così iniziato a contare sugli altri, anche solo un’ora o due ogni tanto. Ma questo poco tempo per me voleva dire tantissimo. Ho ripreso a vedere le amiche, sono andata al cinema e dal parrucchiere. Ho ricominciato a lavorare nei weekend così che il piccolo potesse stare con il papà. Sono riuscita a dedicarmi del tempo ed a trovare il mio spazio ed è stato bellissimo. Non fraintendetemi. Riccardo è un bambino d’oro. Non abbiamo mai perso una notte ed è sempre sorridente, ma come ogni neonato è davvero impegnativo. Le giornate con lui sono stupende, ma più stancanti di una settimana di lavoro. Quindi si, penso che prendersi del tempo sia necessario. Non solo per noi – e per la nostra salute mentale – ma anche per lui e per il resto della famiglia.
Le prime settimane mi innervosivo perché durante la giornata non riuscivo a concludere nulla. Come è possibile? Sono a casa tutto il giorno e sono a malapena riuscita a rifare il letto e pranzare. Questo mi irritava e non mi permetteva di essere serena. Risultato? Io ero nervosa e lui si agitava. Piangeva e strillava. Più io mi innervosivo e più lui piangeva e strillava. Mio marito tornava a casa stanco dal lavoro ed io gli proiettavo addosso tutta la mia frustrazione.
Non potevamo andare avanti cosi, non potevo non tornare ad amare me stessa. Diventare mamma rimanendo donna è indispensabile. Prendetevi le vostre pause, concedetevi tutto lo spazio ed il tempo di cui avete bisogno.
Nessuno vi potrà dire che siete delle cattive mamme – e se dovessero farlo ignorateli – solo per lasciare qualche ora il bimbo con il papà o con i nonni. Quello che conta davvero non è la quantità di tempo che dedicate al piccolo, ma la qualità. Stare con lui tutto il giorno nervose non gioverà a nessuno dei due, ma giocare con lui serenamente per qualche ora farà la differenza. I bambini percepiscono il nostro stato d’animo.
Ci ho messo un po’ a capirlo, ma ora so, con assoluta certezza, che il tempo che dedico a me stessa non è tempo che tolgo a lui, ma tempo che mi farà godere ed apprezzare ancora di più quello che passeremo insieme.
PS: Sapete quanto tempo ho impiegato a scrivere questo articolo? Tre giorni. L’ho iniziato nel weekend quando il papà era a casa, ma ahimè non avevo considerato fosse il fine settimana prima di Natale. L’ho poi continuato tra un pisolino e l’altro ed il finale prima di andare a letto. Sono ormai le 23.47 di un martedì di dicembre. Mio marito dorme, il cane è qui accanto a me e Riccardo nel suo lettino. A breve si sveglierà per la poppata. Sono stanca sì, molto, ma non potrei pensare ad una conclusione migliore.
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Conquistata dalla moda ed innamorata della scrittura. Nel tempo ho sviluppato una dipendenza per viaggi e borse. Da sempre affascinata dalle vetrine e da quello che dicono senza parlare.
Lascia un commento